Lug 7, 2025 Scritto da 

Vangelo della Mitezza… e della Conversione

6. Ma quella “mitezza e umiltà di cuore” in nessun modo significa debolezza. Al contrario, Gesù è esigente. Il suo Vangelo è esigente. Non è proprio lui ad ammonire: “Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me”? E poco dopo: “Chi avrà trovato la sua vita la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per causa mia la troverà” (Mt 10, 38-39). È una sorta di radicalismo non solo nel linguaggio evangelico, ma anche nelle reali esigenze della sequela di Cristo, delle quali egli non esita a ribadire spesso tutta l’estensione: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace - egli dice un giorno - ma una spada” (Mt 10, 34). È un modo forte per dir che il Vangelo è anche una fonte di “inquietudine” per l’uomo, Gesù vuol farci capire che il Vangelo è esigente, e che esigere vuol dire agitare le coscienze, non permettere che si adagino in una falsa “pace”, nella quale diventano sempre più insensibili e ottuse, così che in esse le realtà spirituali si svuotano di valore, perdendo ogni risonanza. Gesù dirà davanti a Pilato: “Sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità” (Gv 18, 37). Queste parole riguardano anche la luce che egli porta su tutto il campo delle azioni umane, sgominando l’oscurità dei pensieri e specialmente delle coscienze per far trionfare in ogni uomo la verità. Si tratta però di mettersi dalla parte della verità. “Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”, dirà Gesù (Gv 18, 37). Per questo Gesù è esigente. Non duro o inesorabilmente severo: ma forte e inequivocabile nel richiamare chiunque alla vita nella verità.

7. Così le esigenze del Vangelo di Cristo penetrano nel campo della legge e della morale. Colui che è il “testimone fedele” (Ap 1, 5) della verità divina, della verità del Padre, dice fin dall’inizio del discorso della montagna: “Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel Regno dei cieli” (Mt 5, 19). E nell’esortare alla conversione, non esita a rimproverare le stesse città dove la gente rifiuta di credere: “Guai a te, Corazin, guai a te, Betsaida!” (Lc 10, 13), mentre ammonisce tutti e ciascuno: “. . . se non vi convertirete, perirete” (Lc 13, 3).

8. Così il Vangelo della mitezza e dell’umiltà va di pari passo con il Vangelo delle esigenze morali, e persino delle severe minacce a coloro che non vogliono convertirsi. Non vi è contraddizione tra l’uno e l’altro. Gesù vive della verità che annunzia e dell’amore che rivela, e questo è un amore esigente come la verità da cui promana. Del resto l’amore ha posto le più grandi esigenze a Gesù stesso nell’ora del Getsemani, nell’ora del Calvario, nell’ora della croce. Gesù ha accettato e assecondato queste esigenze fino in fondo, perché, come ci avverte l’evangelista, egli “amò sino alla fine” (Gv 13, 1). Si trattava di un amore fedele, per il quale il giorno prima di morire egli poteva dire al Padre: “Le parole che hai dato a me io le ho date a loro” (Gv 17, 8).

9. Come “testimone fedele” Gesù ha compiuto la missione ricevuta dal Padre nelle profondità del mistero trinitario. Era una missione eterna, inclusa nel pensiero del Padre che lo generava e che lo predestinava a compierla “nella pienezza dei tempi” per la salvezza dell’uomo - di ogni uomo - e per il bene perfetto di tutta la creazione. Gesù aveva la coscienza di questa sua missione al centro del piano creatore e redentore del Padre; e perciò, con tutto il realismo della verità e dell’amore portati al mondo, poteva dire: “Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12, 32).

[Papa Giovanni Paolo II, Udienza Generale 8 giugno 1988]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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In reality, an abstract, distant god is more comfortable, one that doesn’t get himself involved in situations and who accepts a faith that is far from life, from problems, from society. Or we would even like to believe in a ‘special effects’ god (Pope Francis)
In realtà, è più comodo un dio astratto, distante, che non si immischia nelle situazioni e che accetta una fede lontana dalla vita, dai problemi, dalla società. Oppure ci piace credere a un dio “dagli effetti speciali” (Papa Francesco)
It is as though you were given a parcel with a gift inside and, rather than going to open the gift, you look only at the paper it is wrapped in: only appearances, the form, and not the core of the grace, of the gift that is given! (Pope Francis)
È come se a te regalassero un pacchetto con dentro un dono e tu, invece di andare a cercare il dono, guardi soltanto la carta nel quale è incartato: soltanto le apparenze, la forma, e non il nocciolo della grazia, del dono che viene dato! (Papa Francesco)
The Evangelists Matthew and Luke (cf. Mt 11:25-30 and Lk 10:21-22) have handed down to us a “jewel” of Jesus’ prayer that is often called the Cry of Exultation or the Cry of Messianic Exultation. It is a prayer of thanksgiving and praise [Pope Benedict]
Gli evangelisti Matteo e Luca (cfr Mt 11,25-30 e Lc 10, 21-22) ci hanno tramandato un «gioiello» della preghiera di Gesù, che spesso viene chiamato Inno di giubilo o Inno di giubilo messianico. Si tratta di una preghiera di riconoscenza e di lode [Papa Benedetto]
It may have been a moment of disillusionment, of that extreme disillusionment and the perception of his own failure. But at that instant of sadness, in that dark instant Francis prays. How does he pray? “Praised be You, my Lord…”. He prays by giving praise [Pope Francis]
Potrebbe essere il momento della delusione, di quella delusione estrema e della percezione del proprio fallimento. Ma Francesco in quell’istante di tristezza, in quell’istante buio prega. Come prega? “Laudato si’, mi Signore…”. Prega lodando [Papa Francesco]
The Lord has our good at heart, that is, that every person should have life, and that especially the "least" of his children may have access to the banquet he has prepared for all (Pope Benedict)
Al Signore sta a cuore il nostro bene, cioè che ogni uomo abbia la vita, e che specialmente i suoi figli più "piccoli" possano accedere al banchetto che lui ha preparato per tutti (Papa Benedetto)
As the cross can be reduced to being an ornament, “to carry the cross” can become just a manner of speaking (John Paul II)
Come la croce può ridursi ad oggetto ornamentale, così "portare la croce" può diventare un modo di dire (Giovanni Paolo II)
Without love, even the most important activities lose their value and give no joy. Without a profound meaning, all our activities are reduced to sterile and unorganised activism (Pope Benedict)
Senza amore, anche le attività più importanti perdono di valore, e non danno gioia. Senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato (Papa Benedetto)
Are we not perhaps all afraid in some way? If we let Christ enter fully into our lives, if we open ourselves totally to him, are we not afraid that He might take something away from us? Are we not perhaps afraid to give up something significant, something unique, something that makes life so beautiful? Do we not then risk ending up diminished and deprived of our freedom? (Pope Benedict)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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