Nel Vangelo lucano di questa Domenica, Gesù sottolinea la sapienza nell’atteggiamento di chi sceglie l’ultimo posto e il relativo disonore, nella perfetta gratuità.
Nelle Fonti è presente in modo chiaro l’indisposizione del Poverello ad apparire e scegliere le condizioni di evidenza.
Francesco amava la povertà e l’umiltà di Dio e cercava di seguirle in ogni modo nella sua vita.
Detestava la sontuosità dei primi posti e voleva cibarsi di umiliazioni, sulle orme del Figlio di Dio, che questo insegnava nel suo Vangelo.
Basta leggere cosa Francesco dice ai suoi frati nella Lettera a tutto l’Ordine, per rimanere stupiti di quanto amasse l’umiltà.
«Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, ed aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché siate da lui esaltati.
Nulla, dunque, di voi trattenete per voi, affinché totalmente vi accolga Colui che totalmente a voi si offre» (FF 221).
E ancora, nella Leggenda maggiore di S. Bonaventura:
“Francesco, tanto in se stesso quanto negli altri, preferiva l’umiltà a tutti gli onori e perciò quel Dio, che ama gli umili, lo giudicava degno della gloria più eccelsa, come mostrò la visione avuta da un frate assai virtuoso e devoto.
Questo frate, compagno di viaggio dell’uomo di Dio, pregando una volta con lui in una chiesa abbandonata, venne rapito in estasi.
Vide nel cielo molti seggi e, tra essi, uno più splendido e glorioso di tutti gli altri, costellato di pietre preziose.
Ammirando lo splendore di quel trono così eminente, cominciò a chiedersi ansiosamente chi mai fosse destinato ad occuparlo […]
Udì una voce che gli diceva:
«Questo seggio apparteneva a uno degli angeli ribelli ed ora è riservato per l’umile Francesco».
Ritornato in sé […] il frate seguì il Santo che stava uscendo dalla chiesa.
Ripresero il cammino, parlandosi a vicenda di Dio […] e allora quel frate […] colse abilmente l’occasione per chiedere a Francesco che opinione aveva di se stesso.
E l’umile servo di Cristo gli disse:
«Mi sembra di essere il più grande peccatore»
«Se Cristo avesse trattato il più scellerato degli uomini con la stessa misericordia e bontà con cui ha trattato me, sono sicuro che quello sarebbe molto più riconoscente di me a Dio».
Il frate ebbe la conferma che la sua visione era veritiera, ben sapendo che, secondo la testimonianza del Santo Vangelo, il vero umile verrà innalzato a quella gloria eccelsa, da cui il superbo viene respinto” (FF 1111).
22.a Domenica T.O. anno C (Lc 14,1.7-14)