Francesco d’Assisi era talmente innamorato di Maria, Sposa dello Spirito Santo e Madre di Gesù, che ovunque si trovasse a Lei innalzava continue lodi.
La portava in cuore come la Benedetta fra tutte le donne, poiché, aveva reso nostro Fratello il Signore della Maestà.
Nel volto di Chiara vedeva sempre il riflesso di Colei che aveva creduto all’adempimento del Progetto di Dio.
Sempre meditava sulla estrema indigenza della Santa Vergine e del Figlio suo, su come Maria si era fatta uno con le necessità del prossimo.
Leggiamo nelle Fonti quanto Francesco diceva ai suoi frati:
«Carissimi fratelli e figli miei, non arrossite di uscire alla questua, poiché il Signore si fece povero per amor nostro in questo mondo.
E sull’esempio di Lui e della sua Madre santissima che noi abbiamo scelto la via della vera povertà: è la nostra eredità, questa, acquistata e lasciata dal Signore Gesù Cristo a noi e a tutti quelli che vogliono vivere come Lui nella santa povertà» (FF 1547).
E ancora ai suoi frati ricordava:
«Quando vedi un povero, fratello, ti è messo innanzi lo specchio del Signore e della sua Madre povera» (FF 672).
Rammentava che Maria, vuota di sé, aveva lasciato spazio all’opera di Dio in lei:
“L’Altissimo Padre celeste, per mezzo del suo angelo Gabriele, annunciò questo Verbo del Padre, così degno […] nel grembo della Santa e gloriosa Vergine Maria, e dal grembo di lei ricevette la vera carne della nostra umanità e fragilità” (FF 181).
Francesco, giullare di Dio, ovunque si recava portava la gioia dell’annuncio di Cristo, partorendolo con opere sante.
E la Leggenda di S. Chiara inizia ricordandoci:
«Seguano dunque gli uomini i nuovi seguaci del Verbo incarnato: imitino le donne Chiara, impronta della Madre di Dio, nuova guida delle donne» (FF 3153).
Chiara, infatti, si studiava di andare alle sorelle portando la gioia del Cristo che l’abitava.
«Il bambino sussultava di gioia» nei cuori delle sorelle, che avvertivano la loro Madre come prediletta dell’Altissimo.
4.a Domenica di Avvento (C) (Lc 1,39-45)