Nel Vangelo di oggi Gesù chiede ai suoi, nella tempesta sul mare, un supplemento di fede.
«Perché siete paurosi, [uomini] di poca fede?» (Mt 8,26).
Anche a Francesco, in determinate situazioni della vita, Gesù chiese una maggiore fede, libero dalla paura, poiché sulla sua barca assediata dalle onde della tentazione c’era Lui: Cristo, il Grande Timoniere.
Nelle Fonti, nella Vita seconda del Celano, troviamo un ammaestramento in proposito:
"Ad un certo momento della sua vita, il Padre subì una violentissima tentazione di spirito, sicuramente a vantaggio della sua corona.
Per questo era angustiato e pieno di sofferenza, mortificava e macerava il suo corpo, pregava e piangeva nel modo più penoso. Questa lotta durò più anni.
Un giorno, mentre pregava in Santa Maria della Porziuncola, udì in spirito una voce:
«Francesco, se avrai fede quanto un granellino di senapa, dirai al monte che si sposti ed esso si muoverà».
«Signore, - rispose il Santo - qual è il monte, che io vorrei trasferire?».
E la voce di nuovo:
«Il monte è la tua tentazione».
«O Signore, - rispose il Santo in lacrime - avvenga a me, come hai detto».
Subito sparì ogni tentazione e si sentì libero e del tutto sereno nel più profondo del cuore" (FF 702).
Affidandosi a Gesù il Poverello non naufragò tra i marosi della vita e con la Grazia riuscì a superare ogni grave ostacolo.
Chiara stessa, dinanzi a impellenti pericoli, trovò nella Fede la via d’uscita ed esortò in tal senso pure le sue sorelle.
Lo attesta una sua Lettera ad Ermentrude di Bruges cui dice, fra l’altro:
«Sostieni di buona voglia le avversità, e la superbia non rigonfi il tuo cuore nelle cose prospere; queste ti richiamano alla tua fede, quelle la richiedono».
Martedì della 13.a sett. T.O. (Mt 8,23-27)