Nov 5, 2025 Scritto da 

Spirito nascosto

C’è una domanda ricorrente nelle meditazioni di Papa Francesco durante le messe celebrate a Santa Marta, ed è l’invito a un esame di coscienza: «Come è il mio rapporto con lo Spirito Santo?». Anche nell’omelia di giovedì 16 novembre il Pontefice ha riproposto il quesito con una particolare declinazione: «Credo davvero che lo Spirito fa crescere in me il regno di Dio?».

È stato infatti il regno di Dio il tema della riflessione che ha preso le mosse dal brano del vangelo di Luca (17, 20-25) nel quale i dottori della legge chiedono a Gesù: «Tu predichi il regno di Dio, ma quando verrà il regno di Dio?». È una domanda, ha spiegato il Pontefice, che veniva anche dalla «curiosità di tanta gente», una domanda «semplice che nasce da un cuore buono, un cuore di discepolo». Non a caso, è una richiesta ricorrente nel vangelo: per esempio, ha suggerito il Papa, in quel momento «tanto brutto, oscuro» in cui Giovanni Battista — che era al buio in carcere e «non capiva nulla, angosciato» — invia i suoi discepoli per dire al Signore: «Ma di’: sei tu o dobbiamo aspettare un altro? È arrivato il regno di Dio o è un altro?».

Ritorna spesso il dubbio sul «quando», come avviene nella «domanda, sfacciata, superba, cattiva» del ladrone: «Se sei tu, scendi dalla croce», che esprime la «curiosità» del «quando viene il regno di Dio».

La risposta di Gesù è: «Ma il regno di Dio è in mezzo a voi». Così ad esempio, ha ricordato Francesco, «il regno di Dio è stato annunciato nella sinagoga di Nazaret, quel lieto annuncio quando Gesù legge quel passo di Isaia e finisce dicendo: “Oggi questa scrittura si è adempiuta in mezzo a voi”». Un annuncio lieto e, soprattutto, «semplice». Infatti «il regno di Dio cresce di nascosto», tanto che Gesù stesso lo spiega con la parabola del seme: «nessuno sa come», ma Dio lo fa crescere. È un regno che «cresce da dentro, di nascosto o si trova nascosto come la gemma o il tesoro, ma sempre nell’umiltà».

Qui il Pontefice ha inserito il passaggio chiave della sua meditazione: «Chi dà la crescita a quel seme, chi lo fa germogliare? Dio, lo Spirito Santo che è in noi». Una considerazione che spiega l’avvento del regno con il modo di operare del Paraclito, che «è spirito di mitezza, di umiltà, di ubbidienza, di semplicità». Ed è lo Spirito, ha aggiunto il Papa, «che fa crescere dentro il regno di Dio, non sono i piani pastorali, le grandi cose...».

Si tratta, ha detto Francesco, di un’azione nascosta. Lo Spirito «fa crescere e arriva il momento e appare il frutto». Un’azione che sfugge a una piena comprensione: «Chi è stato o è stata — si è chiesto ad esempio il Papa — a seminare il seme del regno di Dio nel cuore del buon ladrone? Forse la mamma quando gli insegnò a pregare... Forse un rabbino quando gli spiegava la legge...». Certo è che nonostante nella vita egli lo abbia dimenticato, quel seme, nascosto, a un certo punto è stato fatto crescere. Tutto ciò accade perché «il regno di Dio è sempre una sorpresa, una sorpresa che viene» in quanto «è un dono dato dal Signore».

Nel colloquio con i dottori della legge, Gesù si sofferma sulla caratteristiche di questa azione silenziosa: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione e nessuno dirà: “Eccolo qui oppure eccolo là”». Infatti, ha aggiunto il Pontefice, «il regno di Dio non è uno spettacolo» o addirittura «un carnevale». Esso non si mostra «con la superbia, con l’orgoglio, non ama la pubblicità», ma «è umile, nascosto e così cresce».

Un esempio lampante viene da Maria. Quando la gente la guardava al seguito di Gesù, a stento la riconosceva («Ah, quella è la mamma...»). Lei era «la donna più santa», ma giacché lo era «di nascosto», nessuno comprendeva «il mistero del regno di Dio, la santità del regno di Dio». E così, «quando era vicina alla croce del figlio, la gente diceva: “Ma povera donna con questo criminale come figlio, povera donna...”». Nessuno capiva, «nessuno sapeva».

La caratteristica del nascondimento, ha spiegato il Papa, viene proprio dallo Spirito Santo che è «dentro di noi»: è lui «che fa crescere il seme, lo fa germogliare fino a dare il frutto». E noi tutti siamo chiamati a percorrere questa strada: «è una vocazione, è una grazia, è un dono, è gratuito, non si compra, è una grazia che Dio ci dà».

Ecco perché, ha concluso il Pontefice, è bene che «noi tutti battezzati» che «abbiamo dentro lo Spirito Santo», ci chiediamo: «Come è il mio rapporto con lo Spirito Santo, quello che fa crescere in me il regno di Dio?». Bisogna infatti capire: «Io credo davvero che il regno di Dio è in mezzo a noi, è nascosto, o mi piace più lo spettacolo?». Occorre, ha aggiunto, pregare «lo Spirito che è in noi» per chiedere la grazia «che faccia germogliare in noi e nella Chiesa, con forza, il seme del regno di Dio perché divenga grande, dia rifugio a tanta gente e dia frutti di santità».

[Papa Francesco, s. Marta, in L’Osservatore Romano 17/11/2017]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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The Person of Christ opens up another panorama to the perception of the two short-sighted (because ambitious) disciples. But sometimes it is necessary to take a leap in the dark, to contact one's vocational Seed; heal the gaze of the soul, recognize himself, flourish; make true Communion
La Persona di Cristo spalanca alla percezione dei due discepoli miopi (perché ambiziosi) un altro panorama. Ma talora bisogna fare un salto nel buio, per contattare il proprio Seme vocazionale; guarire lo sguardo dell’anima, riconoscersi, fiorire; fare vera Comunione
«Too pure water has no fish». Accepting ourselves will complete us: it will make us recover the co-present, opposite and shadowed sides. It’s the leap of profound Faith. And seems incredible, but the Rock on which we build the way of being believers is Freedom
«L’acqua troppo pura non ha pesci». Accettarsi ci completerà: farà recuperare i lati compresenti, opposti e in ombra. È il balzo della Fede profonda. Sembra incredibile, ma la Roccia sulla quale edifichiamo il modo di essere credenti è la Libertà
Our shortages make us attentive, and unique. They should not be despised, but assumed and dynamized in communion - with recoveries that renew relationships. Falls are therefore also a precious signal: perhaps we are not using and investing our resources in the best possible way. So the collapses can quickly turn into (different) climbs even for those who have no self-esteem
Le nostre carenze ci rendono attenti, e unici. Non vanno disprezzate, ma assunte e dinamizzate in comunione - con recuperi che rinnovano i rapporti. Anche le cadute sono dunque un segnale prezioso: forse non stiamo utilizzando e investendo al meglio le nostre risorse. Così i crolli si possono trasformare rapidamente in risalite (differenti) anche per chi non ha stima di sé
God is Relationship simple: He demythologizes the idol of greatness. The Eternal is no longer the master of creation - He who manifested himself strong and peremptory; in his action, again in the Old Covenant illustrated through nature’s irrepressible powers
Dio è Relazione semplice: demitizza l’idolo della grandezza. L’Eterno non è più il padrone del creato - Colui che si manifestava forte e perentorio; nella sua azione, ancora nel Patto antico illustrato attraverso le potenze incontenibili della natura
What kind of Coming is it? A shortcut or an act of power to equalize our stormy waves? The missionaries are animated by this certainty: the best stability is instability: that «Deluge» Coming, where no wave resembles the others
Che tipo di Venuta è? Una scorciatoia o un atto di potenza che pareggi le nostre onde in tempesta? I missionari sono animati da questa certezza: la migliore stabilità è l’instabilità: quel «Diluvio» che Viene, dove nessuna onda somiglia alle altre
The community of believers is a sign of God’s love, of his justice which is already present and active in history but is not yet completely fulfilled and must therefore always be awaited, invoked and sought with patience and courage (Pope Benedict)
La comunità dei credenti è segno dell’amore di Dio, della sua giustizia che è già presente e operante nella storia ma che non è ancora pienamente realizzata, e pertanto va sempre attesa, invocata, ricercata con pazienza e coraggio (Papa Benedetto)
"In aeternum, Domine, verbum tuum constitutum est in caelo... firmasti terram, et permanet". This refers to the solidity of the Word. It is solid, it is the true reality on which one must base one's life (Pope Benedict)

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