Set 25, 2025 Scritto da 

Salvezza secondo il Padre, non quella sicura e ben sistemata

L’uomo vive «dentro di sé il dramma di non accettare la salvezza di Dio», perché vorrebbe «essere salvato a modo suo». E Gesù arriva persino a piangere per questa «resistenza» dell’uomo, riproponendo sempre la sua misericordia e il suo perdono. Insomma, non possiamo proprio dire «Salvaci, Signore, ma a modo nostro!» ha fatto presente Papa Francesco nella messa celebrata venerdì 3 ottobre nella cappella della Casa Santa Marta.

Nel passo del Vangelo proposto dalla liturgia, Luca (10, 13-16) presenta Gesù che «sembra un po’ arrabbiato». E «parla a questa gente per farla ragionare» dicendo: «Se nelle città pagane fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e comparse di cenere, si sarebbero convertite. E voi, no». Così Gesù traccia «proprio un riassunto di tutta la storia di salvezza: è il dramma di non volere essere salvati; è il dramma di non accettare la salvezza di Dio». È come se dicessimo: «Salvaci, Signore, ma a modo nostro!».

Gesù stesso ricorda tante volte «come questo popolo abbia respinto i profeti, abbia lapidato quelli che sono stati loro inviati perché risultavano scomodi». Il pensiero è sempre lo stesso: «Vogliamo la salvezza, ma come noi la vogliamo! Non come la vuole il Signore».

Siamo davanti, ha precisato il Pontefice, al «dramma della resistenza a essere salvati». Si tratta di «una eredità che tutti noi abbiamo ricevuto», perché «anche nel nostro cuore c’è questo seme di resistenza a essere salvati come il Signore vuole salvarci».

Il contesto del brano evangelico di Luca vede Gesù che «parla ai suoi discepoli tornati da una missione». E anche a loro dice: «Chi vi ascolta, ascolta me; chi vi disprezza, disprezza me; e chi disprezza me, disprezza colui che mi ha inviato. Lo stesso hanno fatto i vostri padri con i profeti». Di nuovo è il pensiero di voler «essere salvati» a modo nostro. Certo «il Signore ci salva nella nostra libertà» ha precisato il Papa, aggiungendo però che «noi vogliamo essere salvati non con la libertà, ma con l’autonomia nostra: le regole le facciamo noi».

Proprio «questo — ha fatto notare Francesco — è il dramma delle storie della salvezza, dal primo momento». È anzitutto «un dramma del popolo», perché «il popolo si ribella tante volte, nel deserto per esempio». Comunque, ha aggiunto, «con le prove il popolo matura: è più maturo». E così «riconosce in Gesù un grande profeta e dice anche: Dio ha visitato il suo popolo».

Invece, ha proseguito, «è proprio la classe dirigente quella che chiude le porte al modo col quale Dio vuole salvarci». In questo senso «si capiscono i dialoghi forti di Gesù con la classe dirigente del suo tempo: litigano, lo mettono alla prova, gli fanno trappole per vedere se cade», perché in loro c’è appunto «la resistenza a essere salvati».

Di fronte a questo atteggiamento Gesù dice loro: «Ma io non vi capisco! Voi siete come quei bambini: vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto. Ma cosa volete?». La risposta è ancora: «Vogliamo fare la salvezza a modo nostro». Ritorna, dunque, «sempre questa chiusura» al modo di operare di Dio.

Poi «quando il Signore va avanti — ha ricordato il Papa — anche nel gruppo vicino a loro incominciano i dubbi». Lo riferisce Giovanni nel sesto capitolo del suo Vangelo, dando voce a quanti dicono di Gesù: «Ma quest’uomo è un po’ strano, come può darci da mangiare il suo corpo? Ma forse è un po’ strano». Probabilmente qualcuno diceva queste cose, ha affermato Francesco, e persino «i suoi discepoli incominciarono a tornare indietro». Così «Gesù guarda i dodici» e dice loro: «Se anche voi volete andare...».

Non c’è dubbio, ha spiegato il Pontefice, che «questa parola è dura: la parola della croce sempre è dura». Ma è anche «l’unica porta di salvezza». E «il popolo credente la accetta: cercava Gesù per guarire» e «per sentire la sua parola». Infatti diceva: «Questo parla con autorità. Non come la nostra classe, i farisei, i dottori della legge, i sadducei che parlavano un linguaggio che nessuno capiva». Per questi tutta la salvezza era nel compimento dei numerosissimi comandamenti «che la loro febbre intellettuale e teologica aveva creato». Ma «il povero popolo non trovava un’uscita di salvezza». La trova invece in Gesù.

Tuttavia alla fine, ha affermato il Papa, «hanno fatto lo stesso dei loro padri: hanno deciso di uccidere Gesù». Il Signore rimprovera questo modo di fare: «I vostri padri hanno ucciso i profeti, ma voi per pulirvi la coscienza, fate loro un monumento bello». Ecco, dunque, che «prendono la decisione di uccidere Gesù, cioè di farlo fuori», perché, dicono, «quest’uomo ci porterà problemi: questa salvezza noi non la vogliamo! Vogliamo una salvezza ben disciplinata, sicura. Questa noi non la vogliamo!». Di conseguenza «decidono anche di uccidere Lazzaro, perché è il testimone di quello che porta Gesù: la vita», in quanto è «risorto dai morti».

«Con questa decisione quella classe dirigente cancella l’onnipotenza di Dio» ha commentato il vescovo di Roma, ricordando che «oggi nella preghiera, all’inizio della messa, abbiamo lodato tanto bene l’onnipotenza di Dio: “Signore che riveli la tua onnipotenza, principalmente nella misericordia e nel perdono”». Il «dramma della resistenza alla salvezza» porta a non credere «nella misericordia e nel perdono» ma nei sacrifici. E spinge a volere «tutto ben sistemato, tutto chiaro».

È «un dramma», ha ricordato Francesco, che «ha dentro anche ognuno di noi». Per questo ha suggerito alcune domande per un esame di coscienza: «Come voglio io essere salvato? A modo mio? Al modo di una spiritualità, che è buona, che mi fa bene, ma che è fissa, ha tutto chiaro e non c’è rischio? O al modo divino, cioè sulla strada di Gesù, che sempre ci sorprende, che sempre ci apre le porte a quel mistero dell’onnipotenza di Dio, che è la misericordia e il perdono?».

Gesù, ha assicurato il Pontefice, «quando vede questo dramma della resistenza, anche quando vede la nostra, piange». Egli «ha pianto davanti alla tomba di Lazzaro; ha pianto guardando Gerusalemme» e dicendo: «Ma tu che uccidi i profeti e lapidi tutti quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali!». E piange anche «davanti a questo dramma di non accettare la sua salvezza, come il Padre la vuole».

Papa Francesco ha invitato perciò a «pensare che questo dramma è nel nostro cuore», insistendo perché ciascuno di noi domandi a se stesso: «Come penso che sia la strada della mia salvezza: quella di Gesù o un’altra? Io sono libero per accettare la salvezza o confondo libertà con autonomia e voglio la mia salvezza, quella che io credo che sia la giusta? Credo che Gesù sia il maestro che ci insegna la salvezza o vado dappertutto ad affittare guru che me ne insegnino un’altra? Un cammino più sicuro o mi rifugio sotto il tetto delle prescrizioni e dei tanti comandamenti fatti da uomini? E così mi sento sicuro e con questa — è un po’ duro dire questo — sicurezza compro la mia salvezza che Gesù dà gratuitamente, con la gratuità di Dio?».

Tutte queste domande, che «ci farà bene oggi farci», culminano nell’ultima proposta del Papa: «Io resisto alla salvezza di Gesù?».

[Papa Francesco, s. Marta, in L’Osservatore Romano 04/10/2014]

77
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
The Church, which is ceaselessly born from the Eucharist, from Jesus' gift of self, is the continuation of this gift, this superabundance which is expressed in poverty, in the all that is offered in the fragment (Pope Benedict)
La Chiesa, che incessantemente nasce dall’Eucaristia, dall’autodonazione di Gesù, è la continuazione di questo dono, di questa sovrabbondanza che si esprime nella povertà, del tutto che si offre nel frammento (Papa Benedetto)
He is alive and wants us to be alive; he is our hope (Pope Francis)
È vivo e ci vuole vivi. Cristo è la nostra speranza (Papa Francesco
The Sadducees, addressing Jesus for a purely theoretical "case", at the same time attack the Pharisees' primitive conception of life after the resurrection of the bodies; they in fact insinuate that faith in the resurrection of the bodies leads to admitting polyandry, contrary to the law of God (Pope John Paul II)
I Sadducei, rivolgendosi a Gesù per un "caso" puramente teorico, attaccano al tempo stesso la primitiva concezione dei Farisei sulla vita dopo la risurrezione dei corpi; insinuano infatti che la fede nella risurrezione dei corpi conduce ad ammettere la poliandria, contrastante con la legge di Dio (Papa Giovanni Paolo II)
Are we disposed to let ourselves be ceaselessly purified by the Lord, letting Him expel from us and the Church all that is contrary to Him? (Pope Benedict)
Siamo disposti a lasciarci sempre di nuovo purificare dal Signore, permettendoGli di cacciare da noi e dalla Chiesa tutto ciò che Gli è contrario? (Papa Benedetto)
Jesus makes memory and remembers the whole history of the people, of his people. And he recalls the rejection of his people to the love of the Father (Pope Francis)
Gesù fa memoria e ricorda tutta la storia del popolo, del suo popolo. E ricorda il rifiuto del suo popolo all’amore del Padre (Papa Francesco)
Ecclesial life is made up of exclusive inclinations, and of tasks that may seem exceptional - or less relevant. What matters is not to be embittered by the titles of others, therefore not to play to the downside, nor to fear the more of the Love that risks (for afraid of making mistakes)
La vita ecclesiale è fatta di inclinazioni esclusive, e di incarichi che possono sembrare eccezionali - o meno rilevanti. Ciò che conta è non amareggiarsi dei titoli altrui, quindi non giocare al ribasso, né temere il di più dell’Amore che rischia (per paura di sbagliare).
Zacchaeus wishes to see Jesus, that is, understand if God is sensitive to his anxieties - but because of shame he hides (in the dense foliage). He wants to see, without being seen by those who judge him. Instead the Lord looks at him from below upwards; Not vice versa
Zaccheo desidera vedere Gesù, ossia capire se Dio è sensibile alle sue ansie - ma per vergogna si nasconde nel fitto fogliame. Vuole vedere, senza essere visto da chi lo giudica. Invece il Signore lo guarda dal basso in alto; non viceversa
The story of the healed blind man wants to help us look up, first planted on the ground due to a life of habit. Prodigy of the priesthood of Jesus
La vicenda del cieco risanato vuole aiutarci a sollevare lo sguardo, prima piantato a terra a causa di una vita abitudinaria. Prodigio del sacerdozio di Gesù.
Firstly, not to let oneself be fooled by false prophets nor to be paralyzed by fear. Secondly, to live this time of expectation as a time of witness and perseverance (Pope Francis)
Primo: non lasciarsi ingannare dai falsi messia e non lasciarsi paralizzare dalla paura. Secondo: vivere il tempo dell’attesa come tempo della testimonianza e della perseveranza (Papa Francesco)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

duevie.art

don Giuseppe Nespeca

Tel. 333-1329741


Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001.
Le immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione.
L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.