Francesco, uomo di Dio ben radicato nell’umiltà e tutto dedito all’annuncio della Buona Novella, ogni giorno, nella preghiera chiedeva a Dio «Chi sei tu, Signore e chi sono io».
Gesù gli risponde attraverso le guarigioni che Lui opera, pure attraverso il suo servo.
Infatti le Fonti c’informano:
”Una donna di Coccorano, che era priva dell’uso di tutte le membra, ad eccezione della lingua, venne trasportata su barella di stuoie al sepolcro del santo. Dopo una breve sosta, si rialzò completamente guarita.
Anche un altro cittadino di Gubbio portò dentro una cesta un suo figlioletto davanti al sepolcro del Santo.
Era talmente deformato, che aveva le tibie del tutto atrofizzate e ripiegate sui femori.
Lo riebbe completamente guarito” (FF 551).
E ancora: “Un certo Albertino di Narni aveva perduto completamente la vista e le palpebre gli scendevano fino agli zigomi. Appena fece un voto al beato Francesco, fu prontamente guarito” (FF 553).
Gesù fa sapere al mondo che egli continua a guarire anche attraverso i suoi servi fedeli, perché «farete cose più grandi di queste» - ricorda.
A chi gli pone la domanda se è Lui L’ Atteso delle genti, risponde con l’eloquenza degli eventi e, nel tempo, dice a chiunque pone interrogativi:
«Andate e riferite […] i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati» (Lc 7,22).
E Francesco, che un tempo (prima della conversione) credeva alle parole mentre ora che ha incontrato il Vivente, più ai fatti e alla concretezza della vita, continua l’opera del Maestro annunciando:
«Andate a dire che…»
La Buona Novella del Regno si fa strada, e attraverso i profeti d’ogni tempo non manca d’istruire e convincere.
I fatti sono un “andate a dire” perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza, a partire da Betlemme.
Mercoledì 3.a sett. di Avvento (Lc 7,19-23)







