Colui che spesso si definiva “simplex et idiota” aveva in realtà compreso bene cosa significasse vivere il Santo Vangelo con coerenza di vita e senza andare contro coscienza.
L’intensa orazione e la Grazia, che mai lo abbandonavano, lo rendevano ascoltatore fedele e saggio, che costruisce la sua casa interiore sulla salda Roccia di Cristo.
Le Fonti, maestre di vita pratica, ci illuminano al riguardo:
“La sua aspirazione più alta, il suo desiderio dominante, la sua volontà più ferma era di osservare perfettamente e sempre il santo Vangelo e di imitare fedelmente con tutta la vigilanza, con tutto l’impegno, con tutto lo slancio dell’anima e del cuore la dottrina e gli esempi del Signore nostro Gesù Cristo” (FF 466 - Vita prima - Celano).
Ancora:
“Due anni prima che rendesse lo spirito a Dio, dopo molte e varie fatiche, la Provvidenza divina lo trasse in disparte e lo condusse su un monte eccelso, chiamato monte della Verna…
Qui egli aveva iniziato, secondo il suo solito a digiunare…
Si elevava a quelle altezze non come un importuno scrutatore della maestà… ma come un servo fedele e prudente, teso alla ricerca del volere di Dio, a cui bramava con sommo ardore di conformarsi in tutto e per tutto” (FF 223 - Leggenda maggiore).
E sempre raccomandava ai suoi frati:
«Custodite nelle profondità del vostro cuore i suoi precetti e adempite perfettamente i suoi consigli» (FF 216 - Lettera a tutto l’Ordine).
Francesco, infatti, vero amante e imitatore di Cristo, sapeva che «Non chiunque dice “Signore, Signore” entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre che è nei cieli» (Mt 7,21).
Giovedì 1.a sett. di Avvento (Mt 7,21.24-27)







