Nel Vangelo di oggi Gesù insegna ai suoi discepoli l’umiltà e la grandezza del servire.
Chi vuole diventare grande sarà primo nel servizio. Rispetto a quello imperiale, ben diverso è il criterio evangelico - che eleva chi si fa ultimo e non domina.
Grazie alla luce ricevuta dallo Spirito, Francesco e Chiara avevano imparato ad incarnare la Parola di Dio quotidianamente.
Destinatario del loro agire era il Cristo da riconoscere e servire nei frati o nelle sorelle, ma pure da soccorrere in quanti bussavano alla porta o incontravano lungo la strada.
I figli del Regno dei cieli non dominano, ma servono umilmente il prossimo.
I discepoli di Gesù non ambiscono a posizioni di prestigio, bensì a conformarsi all’identikit delineato dalle Beatitudini.
Da qui la comprensione attiva di quanto le Fonti propongono.
"Occupavano [i frati] la giornata nell’orazione e lavorando con le loro mani, in maniera da evitare risolutamente l’ozio, nemico dell’anima […]
Si amavano l’un l’altro con un affetto profondo, e a vicenda si servivano e procuravano il necessario, come farebbe una madre col suo unico figlio teneramente amato.
Tale era l’affetto che ardeva loro in cuore, che erano pronti a consegnarsi alla morte senza esitare, non solo per amore di Cristo, ma anche per salvare l’anima o il corpo dei fratelli" (FF 1446).
«Come il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita, riscatto per molti» (Mt 20,28).
E la stessa Chiara, chiusa fra le mura damianite, offriva in semplicità alle sorelle la testimonianza di un servizio a tutto campo.
"Da allora non respinse più alcuna incombenza servile, al punto che, per lo più, era lei a versare l’acqua sulle mani delle sorelle, se ne stava in piedi per assisterle mentre esse sedevano e le serviva a tavola mentre mangiavano.
Malvolentieri imparte appena qualche ordine: ma fa da sé spontaneamente, preferendo eseguire lei stessa piuttosto che comandare alle sorelle" (FF 3180).
"Lavava lei stessa i sedili delle inferme, li detergeva proprio lei, con quel suo nobile animo, senza rifuggire dalle sozzure né schifare il fetore" (FF 3181).
Il Minimo e la Povera di San Damiano avevano ricevuto in dono un cuore puro, infiammato dalla Carità, al servizio del Regno.
Guardando Gesù, Autore e Perfezionatore della legge, avevano acquisito la Sua fisionomia di servitori fraterni, per riscattare le moltitudini.
San Giacomo apostolo (Mt 20,20-28)