Dopo che il Crocifisso di S. Damiano gli ebbe parlato, invitandolo a riparare la sua casa che andava in rovina (riferendosi principalmente alla Chiesa fatta di pietre vive, più che alle mura), subito Francesco si accinse a vendere quanto aveva presso di sé.
Infatti, nella Leggenda maggiore di S. Bonaventura, leggiamo: “Si alzò, pertanto, munendosi del segno della croce, e, prese con sé delle stoffe, si affrettò verso la città di Foligno, per venderle.
Vendette tutto quanto aveva portato; si liberò anche, mercante fortunato, del cavallo, col quale era venuto, incassandone il prezzo.
Tornando ad Assisi, entrò devotamente nella chiesa che aveva avuto l’incarico di restaurare.
Vi trovò un sacerdote poverello […] e gli offrì il denaro per la riparazione della chiesa e umilmente domandò che gli permettesse di abitare con lui per qualche tempo.
Il sacerdote acconsentì che egli restasse; ma, per timore dei suoi genitori, non accettò il denaro - e quel vero dispregiatore del denaro - lo buttò su una finestra, stimandolo polvere abbietta” (FF 1039).
Ma pure i suoi figli-frati, chiamati a seguire Colui che solo è buono, abbandonarono tutti i beni per seguire la via nuova tracciata da Francesco seguendo il Vangelo.
“Bernardo, un cittadino di Assisi, lo scongiurò umilmente di dargli il suo consiglio: cosa fare per non godere più dei beni di qualche signore e vivere secondo Dio.
Francesco gli disse che doveva restituirli tutti al padrone da cui li aveva ricevuti e poi aggiunse:
«Se vuoi comprovare coi fatti quanto dici, appena sarà giorno, entriamo in chiesa, prendiamo il libro del Vangelo e chiediamo consiglio a Cristo».
Venuto il mattino, entrano in una chiesa e, dopo aver pregato devotamente, aprono il libro del Vangelo, disposti ad attuare il primo consiglio che si offra loro.
Aprono il libro, e il suo consiglio Cristo lo manifesta con queste parole:
«Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quanto possiedi e dallo ai poveri».
Senza indugio Bernardo eseguì tutto e non tralasciò neppure un iota” (FF 601).
La stessa Chiara, nella prima lettera ad Agnese di Boemia, fra l’altro sottolinea:
«È magnifico davvero e degno di ogni lode questo scambio: rifiutare i beni della terra per avere quelli del Cielo, meritarsi i celesti invece dei terreni, ricevere il cento per uno e possedere la vita beata per l’eternità» (FF 2868).
Tutto ciò che è impossibile agli uomini è possibile presso Dio!
28.a Domenica T.O. B (Mc 10,17-30)