Nella parte conclusiva del capitolo diciassette di Giovanni, Gesù più volte torna sul tema dell’unità, chiedendo al Padre per i suoi che «tutti siano Uno» (Gv 17,21).
Francesco aveva sempre tenuto in gran conto il valore miliare dell’unità, della concordia sia con i suoi frati che con i concittadini.
C’è un brano nelle Fonti, nella Vita seconda del Celano, che evidenzia come il Poverello, mentre predica agli abitanti di Perugia, predice la guerra civile e loda la concordia.
"Alcuni giorni dopo il Padre scese dalla cella suddetta e rivolto ai frati presenti disse con voce di pianto:
«I Perugini hanno arrecato molto danno ai loro vicini* ed il loro cuore si è insuperbito, ma per loro ignominia. Perché si avvicina la vendetta di Dio e questi ha già in pugno la spada».
Attese alcuni giorni, poi in fervore di spirito, si diresse verso Perugia.
I frati poterono dedurre con tutta sicurezza che aveva avuto in cella una visione.
Giunto a Perugia, cominciò a parlare al popolo che si era dato convegno.
E poiché i cavalieri impedivano l’ascolto della Parola di Dio, giostrando, secondo l’uso ed esibendosi in spettacoli d’arme, il Santo, molto addolorato, li apostrofò:
«O uomini miseri e stolti, che non riflettete e non temete la punizione di Dio!
Ma ascoltate che cosa il Signore vi annunzia per mezzo di questo poverello.
Il Signore vi ha innalzato al di sopra di quanti abitano attorno, e per questo dovreste essere più benevoli verso il prossimo e più riconoscenti a Dio.
E invece, ingrati per tanto beneficio, assalite con le armi in pugno i vicini, li uccidete e li saccheggiate.
Ebbene, vi dico:
non la passerete liscia! Il Signore a vostra maggiore punizione vi porterà a rovina con una guerra fratricida, che vedrà sollevarsi gli uni contro gli altri.
Sarete istruiti dallo sdegno, giacché nulla avete imparato dalla benevolenza».
Poco tempo dopo scoppiò la contesa* : si impugnarono le armi contro i vicini di casa, i popolani infieriscono contro i cavalieri e questi, a loro volta, contro il popolo:
furono tali l’atrocità e la strage, che ne provarono compassione anche i confinanti, che pure erano stati danneggiati.
Castigo ben meritato! Si erano allontanati da Dio Uno e Sommo: era inevitabile che neppure tra loro rimanesse l’unità.
Non vi può essere per uno Stato un legame più forte di un amore convinto a Dio, unito a una fede sincera e senza ipocrisie" (FF 622).
E nel Cantico delle creature ecco un’espressione molto significativa, che ben si lega a quanto detto:
«beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, / ka la morte seconda no ‘L farrà male» (FF 263).
Francesco si adoperò concretamente perché l’Unità, per cui Cristo era morto sulla croce, dimorasse tra i suoi figli e non solo.
* Si combattè tra Assisi e Perugia in diverse riprese dal 1202 al 1209.
Francesco sembra qui accennare alla sua prigionia.
* La lotta civile riarse più volte: nel 1214, nel 1217 e infine nel 1223-1225, e terminò con l’esilio dei nobili.
Giovedì della 7.a sett. di Pasqua (Gv 17,20-26)