Aug 1, 2023 Written by 

XIX Domenica T.O. (anno A)

Mt 14,22-33

Matteo 14:28 Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque».

Matteo 14:29 Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù.

Matteo 14:30 Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!».

Matteo 14:31 E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».

Matteo 14:32 Appena saliti sulla barca, il vento cessò.

 

Pietro vuole fare un'esperienza unica, un'esperienza divina, ma pensa che questo avvenga per una concessione dall’alto: «comanda che io venga». La condizione divina non si raggiunge per un’azione divina dall’alto, ma dal basso; per un impegno come quello di Gesù, mettendo la propria vita al servizio di Dio e degli altri, anche passando attraverso la croce. Pietro vuole avere la condizione divina senza sforzi da parte sua.

Gesù vuole che Pietro abbia una fede forte, capace di dare sicurezza a tutta la sua Chiesa. Più si sta in alto in responsabilità nella comunità di Cristo e più forte e sicura deve essere la fede di chi presiede. Se una pietra cade dalla cima di una montagna, può generare una valanga per tutto il percorso. Così è della fede che viene meno in un uomo posto sulla cima del monte di Dio che è la sua Chiesa. Quanti stanno sotto di lui saranno trascinati dalla sua caduta. Per questo Gesù esaudisce la richiesta di Pietro, il quale scende dalla barca e si mette a camminare sulle acque.

Finché guarda a Gesù, cammina; quando comincia a guardare al vento contrario, alle difficoltà, alle proprie paure, va a fondo. È la parabola della nostra vita. Se guardiamo le nostre paure, andiamo a fondo. Se guardiamo a Lui ci è possibile ciò che ritenevamo impossibile. Quindi la fede dipende da questo: a chi guardi? A quale realtà guardi? Se guardo alla mia realtà, alle mie paure, certamente vado a fondo. Se guardo a Lui, cammino; quando smetto vado a fondo.

È interessante cosa fa Pietro mentre affonda. Anche se abbiamo poca fede, anche se andiamo a fondo avendo perso la fede, c’è quel residuo di fede che c’è in ogni uomo perché ogni uomo desidera la salvezza. E allora grida: Signore, salvami! Pietro con questo suo grido ci insegna la via della salvezza. Al Signore si deve levare forte il nostro grido: Signore, salvaci! È in questo grido la nostra salvezza. Pietro ci insegna che non ci sono espedienti umani per la nostra salvezza. La nostra salvezza è solo Cristo, solo Lui e nessun altro. Quando Lui ascolta il grido del nostro cuore, subito interviene per trarre in salvo tutti coloro che si affidano a Lui.

Gesù viene descritto nel suo atteggiamento di salvatore: la mano tesa che afferra chi è caduto nel dubbio, restituendolo alla fede. Uomo di poca fede, perché hai dubitato? La fede di Pietro ancora non è forte, è poca. Nella poca fede si dubita e si affonda. Lungo il corso della storia la nostra fede è sempre poca. Allora è più che giusto che ogni giorno chiediamo al Signore che ci dia una fede forte, robusta, a prova di ogni vento contrario. Fede e preghiera, preghiera e fede sono le basi dell’edificio del cristiano. Se una di queste due basi è debole, tutto l’edificio va in frantumi. Si affonda sotto il peso della vita se non si è uomini di fede e di preghiera.

Ma che cos’è la fede? La fede è l’esperienza che fa Pietro. E forse ho quella poca fede che mi basta per vivere una vita ordinaria, quando non ci sono difficoltà - però quel poco di fede che ho non regge davanti a difficoltà più grosse, ed è proprio lì che nasce l’esperienza di salvezza, la vera fede, quella che fa dire a Pietro: Signore salvami!

L’esperienza di fede, Pietro non la fa stando sulla barca, la fa andando a fondo da solo. C’è una solitudine nella fede. È un’esperienza di salvezza personale che non la può fare l’altro al posto mio. Uno può stare nella Chiesa, perché è sempre stato in questa barca, magari anche senza fede. L’esperienza di fede la fa quando va fondo, sperimenta la salvezza; allora torna sulla barca e cessa il vento, e c’è la calma.

   

Gesù e Pietro, salvatore e salvato, salgono sulla barca; immediatamente il vento cessa. Viene posta una contemporaneità tra il salire dei due e la cessazione del vento, come in un rapporto di causa ed effetto. La presenza di Gesù e di Pietro, guarito dai suoi dubbi, sono ora sicura garanzia di fede per tutti quelli che sono nella barca. Per questo il vento del dubbio viene a cessare. Matteo non dice che “Gesù” e “Pietro” sono saliti nella barca, ma semplicemente [in modo anonimo] afferma che sono saliti sulla barca, senza citare i nomi. Questo anonimato crea una sorta di identità tra Gesù e Pietro, così che la presenza di Pietro nella barca è anche il segno sicuro della presenza di Gesù.

 

 Argentino Quintavalle, autore dei libri 

- Apocalisse commento esegetico 

- L'Apostolo Paolo e i giudaizzanti – Legge o Vangelo?

  • Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo nel mistero trinitario
  • Il discorso profetico di Gesù (Matteo 24-25)
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560 Last modified on Monday, 07 August 2023 14:27
Argentino Quintavalle

Argentino Quintavalle è studioso biblico ed esperto in Protestantesimo e Giudaismo. Autore del libro “Apocalisse - commento esegetico” (disponibile su Amazon) e specializzato in catechesi per protestanti che desiderano tornare nella Chiesa Cattolica.

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St Teresa of Avila wrote: «the last thing we should do is to withdraw from our greatest good and blessing, which is the most sacred humanity of Our Lord Jesus Christ» (cf. The Interior Castle, 6, ch. 7). Therefore, only by believing in Christ, by remaining united to him, may the disciples, among whom we too are, continue their permanent action in history [Pope Benedict]
Santa Teresa d’Avila scrive che «non dobbiamo allontanarci da ciò che costituisce tutto il nostro bene e il nostro rimedio, cioè dalla santissima umanità di nostro Signore Gesù Cristo» (Castello interiore, 7, 6). Quindi solo credendo in Cristo, rimanendo uniti a Lui, i discepoli, tra i quali siamo anche noi, possono continuare la sua azione permanente nella storia [Papa Benedetto]
Just as he did during his earthly existence, so today the risen Jesus walks along the streets of our life and sees us immersed in our activities, with all our desires and our needs. In the midst of our everyday circumstances he continues to speak to us; he calls us to live our life with him, for only he is capable of satisfying our thirst for hope (Pope Benedict)
Come avvenne nel corso della sua esistenza terrena, anche oggi Gesù, il Risorto, passa lungo le strade della nostra vita, e ci vede immersi nelle nostre attività, con i nostri desideri e i nostri bisogni. Proprio nel quotidiano continua a rivolgerci la sua parola; ci chiama a realizzare la nostra vita con Lui, il solo capace di appagare la nostra sete di speranza (Papa Benedetto)
Truth involves our whole life. In the Bible, it carries with it the sense of support, solidity, and trust, as implied by the root 'aman, the source of our liturgical expression Amen. Truth is something you can lean on, so as not to fall. In this relational sense, the only truly reliable and trustworthy One – the One on whom we can count – is the living God. Hence, Jesus can say: "I am the truth" (Jn 14:6). We discover and rediscover the truth when we experience it within ourselves in the loyalty and trustworthiness of the One who loves us. This alone can liberate us: "The truth will set you free" (Jn 8:32) [Pope Francis]
La verità ha a che fare con la vita intera. Nella Bibbia, porta con sé i significati di sostegno, solidità, fiducia, come dà a intendere la radice ‘aman, dalla quale proviene anche l’Amen liturgico. La verità è ciò su cui ci si può appoggiare per non cadere. In questo senso relazionale, l’unico veramente affidabile e degno di fiducia, sul quale si può contare, ossia “vero”, è il Dio vivente. Ecco l’affermazione di Gesù: «Io sono la verità» (Gv 14,6). L’uomo, allora, scopre e riscopre la verità quando la sperimenta in sé stesso come fedeltà e affidabilità di chi lo ama. Solo questo libera l’uomo: «La verità vi farà liberi» (Gv 8,32) [Papa Francesco]
God approached man in love, even to the total gift, crossing the threshold of our ultimate solitude, throwing himself into the abyss of our extreme abandonment, going beyond the door of death (Pope Benedict)
Dio si è avvicinato all’uomo nell’amore, fino al dono totale, a varcare la soglia della nostra ultima solitudine, calandosi nell’abisso del nostro estremo abbandono, oltrepassando la porta della morte (Papa Benedetto)
And our passage too, which we received sacramentally in Baptism: for this reason Baptism was called, in the first centuries, the Illumination (cf. Saint Justin, Apology I, 61, 12), because it gave you the light, it “let it enter” you. For this reason, in the ceremony of Baptism we give a lit blessed candle, a lit candle to the mother and father, because the little boy or the little girl is enlightened (Pope Francis)

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don Giuseppe Nespeca

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