(1 Ts 3,12 - 4,2)
1Tessalonicesi 3:12 Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi,
1Tessalonicesi 3:13 per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.
«Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi».
Paolo rivolge una richiesta al Kyrios, parola che si riferisce a Gesù. Il contenuto della preghiera riguarda la crescita piena e abbondante dell’amore sia nei rapporti reciproci all’interno della comunità, e sia al di fuori nei confronti di tutti; solo un amore 'a tutto campo' permette di andare serenamente incontro al Signore. Paolo non prega per un amore appena sufficiente, ma per un amore abbondante, perché poco amore non è ancora amore.
In questa preghiera, in realtà assai semplice, sono contenute diverse verità. Il Signore deve far sì che i tessalonicesi crescano nell’amore. L’amore non è una realtà statica, è dinamica. È come un albero che inizia la sua vita come un piccolissimo fuscello d’erba e poi diviene una pianta alta, robusta, che estende i suoi rami in ogni direzione. Paolo vuole per i tessalonicesi che il loro amore cresca, che non resti piccolo, rachitico, insignificante, quasi invisibile.
Ogni cristiano ha il dovere di crescere nell'amore, perché questa è la sua vocazione. La crescita poi deve essere visibile, non solo presso il Signore, ma anche presso gli uomini. Man mano che l’amore cresce, crescono anche i frutti. Paolo vuole che non ci siano tempi morti nell’amore, sia quanto alla crescita, sia quanto alla fruttificazione. Anche questo è un impegno che il cristiano si deve assumere. Mai si deve stancare nel produrre frutti di amore. Solo così sarà credibile nel suo essere cristiano. Crescere e abbondare nell’amore è il segno distintivo del cristiano. Senza questo segno nessuno crederà nella sua testimonianza.
Altra caratteristica dell’amore cristiano è questa: esso è rivolto verso tutti. L’amore, il cristiano, lo dona non solo a quelli che credono, ma anche a quelli che non credono. Nell’amore non fa distinzione. Tutti sono oggetto del suo amore, perché tutti sono oggetto della salvezza da parte di Dio.
Infine, ed è l’ultima verità contenuta in questa preghiera, Paolo mette davanti ai tessalonicesi il suo proprio amore. Quello loro deve essere come il suo. Come lui ama i tessalonicesi, così loro devono amarsi e devono amare. Il suo è un amore di verità, di giustizia, di affetto, di devozione, di sofferenza, di volontà di salvezza, di dono del vangelo, di pazienza, di misericordia, di sopportazione, e di ogni altra virtù.
«Per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi».
La richiesta riguarda il rafforzamento dei credenti nella loro sfera personale e profonda: «per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità». Irreprensibile significa essere integro, è l’integrità richiesta per «stare davanti a Dio Padre nostro». L’amore salda il nostro cuore con quello di Cristo e lo fa essere un solo cuore. Più si cresce e si abbonda nell’amore, più il cuore di Cristo e il nostro diventano un solo cuore. Ma se si diventa un solo cuore con Cristo, si diventa anche una sola missione, un solo sacrificio, una sola adorazione e glorificazione del Padre. Paolo vede nell’amore la via della santità e della perseveranza. Chi vuole progredire, chi non vuole retrocedere dalla fede in Cristo, deve crescere e abbondare nell’amore, deve fare della sua vita un sacrificio di amore, una oblazione pura e santa per il nostro Dio e Padre.
Chi non ama, cade, si perde, non ha forza, perché il nutrimento della fede è l’amore, come anche della verità, della giustizia, della santità, di ogni altra virtù. Chi ama veramente nutre il suo spirito. Il suo spirito alimentato dall’amore diventa robusto, forte, irreprensibile, invincibile. Nessuno potrà mai vincere un cuore che ama, perché l’amore sarà in lui l’elemento che dona ogni fortezza alla sua volontà perché perseveri sino alla fine.
«Al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi». Qui abbiamo un orientamento escatologico. La venuta del Signore Gesù dobbiamo sempre averla all’orizzonte. «Con tutti i suoi santi» è una frase presa dal profeta Zaccaria (Zc 14,5): «Verrà allora il Signore mio Dio e con lui tutti i suoi santi». Nel testo di Zaccaria, i santi – in ebraico qedoshim – possono essere sia gli angeli che assistono il Signore, oppure i giusti risuscitati. Paolo, quando usa la parola santi nelle sue lettere – hagioi – al plurale, indica i cristiani.
Ci sembra dunque probabile che Paolo intenda parlare degli uni e degli altri, perché gli uni e gli altri formeranno la corte del Giudice divino, e anche i santi giudicheranno il mondo. In altre parole, i cristiani vivono nell’attesa del Signore Gesù, che viene non solo con i suoi angeli, ma anche circondato da tutti i giusti risorti che sono associati alla sua gloria. L'augurio dell'apostolo è che i tessalonicesi siano sempre santi, in modo da poter un giorno dividere con gli altri santi la gloria di accompagnare il Giudice supremo nel giudizio che verrà a pronunciare sul mondo.
Argentino Quintavalle, autore dei libri
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