Ago 12, 2024 Scritto da 

20a Domenica del Tempo Ordinario (B)

(Pr 9,1-6)

Proverbi 9:1 La Sapienza si è costruita la casa,

ha intagliato le sue sette colonne.

Proverbi 9:2 Ha ucciso gli animali, ha preparato il vino

e ha imbandito la tavola.

Proverbi 9:3 Ha mandato le sue ancelle a proclamare

sui punti più alti della città:

Proverbi 9:4 «Chi è inesperto accorra qui!».

A chi è privo di senno essa dice:

Proverbi 9:5 «Venite, mangiate il mio pane,

bevete il vino che io ho preparato.

 

Il capitolo 9 del Libro dei Proverbi descrive la casa della sapienza. Il termine ebraico per “sapienza” è «omāh», ma qui compare la forma plurale «o» (le sapienze), per indicare la pienezza della sapienza, la quale poggia su sette colonne.

Le colonne sono simbolo della stabilità, della sicurezza. Il fatto che queste colonne siano sette indica che la casa della sapienza è incrollabile, capace di garantire una stabilità assoluta. Le colonne, inoltre, non si riferiscono a una casa normale; esse caratterizzavano la struttura dei templi e dei palazzi dei re. La casa della sapienza è in realtà un tempio, una dimora solenne e regale. Con questa immagine si vuole sottolineare la preziosità del dono della sapienza, che comunica all'uomo un carattere regale, perché gli consente di attraversare anche le situazioni più difficili con uno spirito superiore, senza perdere mai il controllo di sé.

Si pensi anche ai sette sacramenti della salvezza, alle sette virtù che sono a fondamento della vita cristiana, ai sette doni dello Spirito Santo. L'apostolo Giacomo (Gc 3,17) descrive La Sapienza che viene dall’alto come: 1-pura; 2-pacifica; 3-mite; 4-arrendevole; 5-piena di misericordia e di buoni frutti; 6-senza parzialità; 7-senza ipocrisia. Nulla manca alla perfezione della casa della sapienza.

Nella casa della sapienza viene immaginato un banchetto ricco e abbondante (v. 2). La sapienza  non ha costruito la casa per se stessa, ma per dare agli uomini un luogo di rifugio dagli smarrimenti della vita, a quelli naturalmente che sono disposti ad accettare il suo invito. Senza di lei, la mente umana si smarrirebbe, sarebbe travolta da una marea di idee, concetti, ipotesi, teorie, nessuna delle quali sarebbe capace di pacificare il bisogno di verità che ognuno si porta dentro. L’immagine del convito è anche particolarmente appropriata come descrizione della gioia, della comunione e della soddisfazione che essa procura ai suoi ospiti.

Il luogo scelto dalla sapienza per far risuonare la sua voce è un luogo aperto (v. 3), uno spazio nel quale si diffonde la sua voce ad ampio raggio. Nessuno è escluso dall’invito; esso è rivolto a tutti. Tutti devono poterlo ascoltare. Nessuno dovrà dire: a me non è giunto alcun invito. Dinanzi alla sapienza non possono esserci scusanti. L’incarico affidato alle «sue ancelle» dovrebbe ricordarci che abbiamo conosciuto la Sapienza di Dio, cioè il Signore Gesù, e che dobbiamo condividere questa Sapienza con gli altri, invitandoli a trarne beneficio.

Per mettersi alla scuola della sapienza è necessaria una sola fondamentale caratteristica: sentire il bisogno di essere istruiti (v. 4), non avere l’illusione di essere sufficienti a se stessi. Molti cadono in questa trappola, molti confidano nella propria capacità di barcamenarsi nella vita. La convinzione di non aver bisogno d’accrescere la propria sapienza causa il decadimento dello spirito, come accade a un atleta troppo sicuro della propria preparazione agonistica, che tende a prendersela comoda agli allenamenti, sperimentando solo nella prova della gara di essersi sopravvalutato. Al contrario, il dinamismo di crescita verso una vita piena, è dato dalla consapevolezza di non avere ancora imparato tutto, di essere ancora inesperti.

Ciò che la sapienza offre ai suoi invitati è pane e vino (v. 5), un cibo semplice. Questo sta a significare che la sapienza dona le ricchezze più preziose attraverso un'apparenza umile, al punto tale che sarà necessario superare la povertà delle apparenze, per giungere all’autentica sostanza donata dalla sapienza. La sapienza comunica all’uomo una qualità di vita piena di valori, ma  attraverso doni che non attirano l’attenzione di coloro che vanno a caccia dello straordinario. Occorre avere uno sguardo penetrante, per cogliere la preziosità nascosta della sapienza. Spesso è molto più facile essere afferrati dalle proposte del mondo, da tutto ciò che è gradevole all’apparenza, ma privo di contenuto.

La sapienza ha voluto preparare un convito capovolgendo i termini delle proposte del mondo,  offrendo le cose più preziose dietro un manto povero e semplice, che non attrae. Per questo sarà necessario mettere in moto tutte le forze della propria volontà, della propria perseveranza e della propria fede, per giungere a gustare quel cibo che risana e che comunica la vera vita. È questo lo stile di Dio. Se i suoi doni avessero un’apparenza esteriore attraente, non ci  sarebbe alcun merito  nella ricerca di essi. Il Signore ha voluto porre un banco di prova alla soglia della casa della sapienza, così che non possono entrare in essa coloro che sono soliti fermarsi alle apparenze, coloro che giudicano le cose in maniera sommaria, senza un’indagine profonda.

Il pane e il vino sono elementi che Cristo assumerà come cibi costitutivi del suo banchetto, donando sapienza sotto la specie eucaristica, che è presenza reale del Corpo. Anche il banchetto eucaristico, nella sua figura esterna, è apparentemente deludente; un rito sobrio ed essenziale. Se Dio si  manifestasse in tutta la sua gloria, tutta l’umanità cadrebbe in ginocchio davanti alla sua Maestà; ma questo atto di adorazione non sarebbe libero. Ecco allora che la libertà umana può essere esercitata pienamente soltanto se le meraviglie di Dio si presentano all’uomo con apparenza umile e dimessa.

È infatti troppo facile schierarsi con il più forte, quando questi dimostra chiaramente di esserlo. Era troppo facile radunarsi intorno a Cristo che moltiplicava i pani e guariva gli infermi, era facile  perfino volerlo eleggere re, visto che risolveva così a buon mercato i problemi secolari dell’uomo; ma quando viene arrestato e crocifisso, non c’è più nessuno con Lui. Tutti si mettono al riparo, fuggendo. Questo significa che finché il Signore manifesta in modo evidente la sua potenza,  nessuno è veramente libero di cercarlo o di amarlo, perché attratto dalla seduzione della potenza e della gloria. Anche nell’esperienza della Chiesa, inginocchiarsi davanti all’Eucaristia è un atto veramente libero e meritevole, perché in essa la Maestà di Cristo è perfettamente nascosta.

Questa è la ragione per cui la sapienza invita ad un banchetto dove si riceve il cibo sostanziale, l’unico che garantisce la vita, ma con un menù apparentemente deludente: perché di fronte a questo invito, gli uomini esercitando la loro libertà abbiano il merito di sedersi al banchetto della sapienza senza essere attratti dallo straordinario.

 

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Questo non è un lavoro fatto per antipatia verso il protestantesimo, o per rancori verso gli evangelici, ma per difendere la vera fede, senza aspirazioni belliche. Ho passato molto tempo della mia vita nel mondo protestante, e in tarda età ho scoperto che non conoscevo affatto quella Chiesa cattolica che criticavo, ed è questa ignoranza che porta molti cattolici a lasciarsi convincere o influenzare dai protestanti.  

Questi sono divisi in una miriade di denominazioni, alcune delle quali non  gradiscono essere chiamate "protestanti", ma vorrebbero essere indicate solamente come "cristiane". Sappiamo anche che per i protestanti, i cattolici non sono cristiani, ma idolatri e pagani; ne consegue che gli evangelici nel loro voler essere chiamati solamente "cristiani" aspirano all'implicito riconoscimento di essere i soli "veri cristiani".

Il problema è che solo pochissimi protestanti conosco la storia della Chiesa; moltissimi accusano solo per sentito dire, ma non hanno mai aperto un libro riguardante la storia cristiana nei secoli. È sufficiente quello che dice il pastore di turno, qualche opuscolo, e internet per formare la loro "cultura" anti-cattolica.

Moltissimi protestanti e/o evangelici, piuttosto che vergognarsi per la propria ignoranza sul cristianesimo, ne vanno fieri, dicendo la classica frase "a me interessa solo la Bibbia", frase che è già tutto un programma. L'ignoranza storico-biblica delle persone è fondamentale per poterle pilotare. Un protestante serio che si mettesse a studiare la storia del cristianesimo, avrebbe buone probabilità di smettere di essere protestante. 

In tutto il protestantesimo vige una fede fai da te! Lo Spirito Santo ci guida a capire bene la Bibbia, è vero, ma nel mondo protestante si usa questo pretesto per coprire una presunzione senza freni e per certi versi arrogante, che porta ogni pastore a diventare una sorta di "papa" infallibile nel dare insegnamenti alle persone.

Presunzione e arroganza non si vedono subito - nessuno mostra questi difetti tanto facilmente. Sembrano tutti timorati di Dio, osservanti della Parola e pieni d'amore per il prossimo. Peccato che il loro prossimo nella maggior parte dei casi è chi ascolta passivamente e non contrasta i loro insegnamenti biblici. Chi si permette di dissentire, allora non viene più amato, spesso non viene più salutato, e alcune volte diffamato. 

Per lungo tempo, grazie a Lutero, il papa è stato considerato l'anticristo, quindi odiato e accusato, e così tutti i vescovi e i preti cattolici. In questo clima rientrano anche i singoli cattolici osservanti. 

I protestanti criticano l'infallibilità papale, ma di fatto si comportano come infallibili; ognuno nella propria comunità, liberi di inventarsi quello che vogliono, tirando la giacca allo Spirito Santo, a garanzia delle loro dottrine! Il risultato? Una miriade di denominazioni con dottrine che spesso si contrastano pesantemente tra loro.  

Il problema sta nella grande ignoranza mista a presunzione, che moltissimi protestanti e/o evangelici hanno. I cattolici sono meno ignoranti? No, la maggior parte dei cattolici, purtroppo, è assai ignorante in materia biblica, ma almeno essi non si mettono a fare i maestri verso chiunque gli capiti a tiro. Il cattolico medio è cosciente della propria ignoranza, il protestante medio invece è assai presuntuoso in campo biblico.

Un protestante che amasse veramente, come dice, la verità, andrebbe a verificare di persona cosa scrivevano e come vivevano i primi cristiani, nostri antenati nella fede, per capire se e come la Chiesa cattolica sbaglia, oppure dove sbagliano i protestanti a interpretare la Bibbia.    

Per logica, piuttosto che fidarsi di un pastore che spiega la Bibbia a 2000 anni di distanza, sarebbe meglio fidarsi dei primi padri, che appresero direttamente dalla voce degli apostoli l'insegnamento cristiano. Purtroppo molti protestanti non fanno uso della logica, ma solo di ideologie anti-cattoliche, coltivando un'antipatia viscerale verso tutto ciò che è cattolico, perché scartano a priori le prove di come vivevano i primissimi cristiani, vissuti dopo gli apostoli ma prima di Costantino.  

La fede cristiana è una, perché lo Spirito di Dio è uno! Quindi molti sbagliano strada, e abbiamo il dovere di capire chi è in quella giusta e chi in quella sbagliata. L'unità è la coesione degli elementi, delle parti che compongono un ente (per esempio, la coesione tra le parti di un'automobile come la carrozzeria, le ruote, il motore, ecc.) come già diceva Plotino; se viene meno l'unità viene meno anche quell'ente e ne possono risultare altri, ma non più quello di prima [se viene meno la coesione della carrozzeria, ruote e motore, non c’è più l'ente auto, bensì gli enti carrozzeria, ruote, motore]. Ecco, il protestantesimo somiglia tanto al mucchio di lamiere che una volta era una macchina. Si critica tanto la Chiesa cattolica, ma quanti sanno, per esempio, che Bultmann, celebre teologo ed esegeta protestante luterano, ridusse la risurrezione a un simbolo teologico? Non riteneva infatti possibile che fisicamente Gesù fosse risorto. Per confrontare le diverse interpretazioni bibliche bisogna avere il più possibile la mente sgombra da ideologie e preconcetti. Bisogna essere aperti a qualsiasi ipotesi se correttamente motivata e dimostrata. Se ci basiamo su pregiudizi ideologici che ci legano alle nostre convinzioni dottrinali, possiamo fare a meno di leggere o ascoltare qualsiasi testo o persona; tanto è inutile. Il nostro orgoglio ci impedirà di apprendere verità diverse dalla "nostra". Spesso difendiamo il nostro errore biblico con un guscio impenetrabile, ci teniamo la nostra verità, rifiutando qualsiasi altra, che sbatte sul guscio e scivola via. Appena si tocca il piano religioso/spirituale, stranamente è come se molti staccassero l'interruttore dalla propria mente, o almeno ad una parte di essa. Quando i protestanti dialogano con un cattolico, per esempio, non ricevono alcuna informazione, solo suoni che scivolano sui loro timpani, ma non arrivano al cervello. Non ascoltano.   

La storia del cristianesimo per loro non conta nulla, non riveste alcuna importanza, se non nelle vicende da rinfacciare - vedi crociate, inquisizioni ecc. - senza conoscere la vera storia di questi fatti, e senza sapere che anche i protestanti hanno avuto le loro guerre, e hanno pure fatto le loro inquisizioni, assai più sanguinose di quelle cattoliche.

Dicono di essere guidati dallo Spirito Santo, ma stranamente ci sono molti gruppi che ricevono informazioni diverse e contraddittorie dal medesimo Spirito Santo, perdendo inesorabilmente di credibilità. 

Mi rendo conto che la Chiesa cattolica ha trascurato il problema del proselitismo protestante. Gli evangelici hanno riscosso successo non perché hanno ragione, ma semplicemente perché trovano il popolo cattolico molto ignorante in  materia biblica, incapace di difendere in maniera opportuna la propria fede, rifugiandosi dietro al classico "non ho tempo da perdere"; magari poi perdono pure la fede… il tempo però non si tocca.   

Molti cattolici dicono di aver fede in Gesù Cristo, ma questa loro fede si vede solo nei momenti di bisogno: quando tutto scorre liscio Gesù viene dimenticato, e la Bibbia non interessa a nessuno leggerla. In contesti come questi gli evangelici trovano un popolo che deve veramente essere evangelizzato, da loro. Molti cattolici non oppongono resistenza a questo proselitismo perché non hanno risposte bibliche da dare, ma solo ignoranza da nascondere. In terreni simili la conquista protestante è facile, ed è come se affrontassero un esercito disarmato.   

Ma chi studia la Bibbia e si impegna ad approfondire il significato della parola di Dio, si rende conto che in realtà i protestanti non sono affatto quei maestri biblici che sembrano, ma sono dei profondi ignoranti storici e biblici, plagiati dalla loro setta di appartenenza. Chiamandoli ignoranti non voglio offenderli, perché altrimenti li chiamerei "falsi e bugiardi". Chiamandoli ignoranti gli riconosco la buona fede, credono in alcune dottrine sbagliate, non accorgendosi di sbagliare.  

Il punto è che lo Spirito Santo non può contraddire se stesso, e quindi certamente le interpretazioni contrastanti delle diverse denominazioni non possono essere tutte vere, né tutte ispirate. È evidente che non è possibile che lo stesso Spirito suggerisca a ciascuno dottrine diverse. In questo modo si creano dei compartimenti stagni, ogni gruppo protestante crede di essere nella verità più degli altri, isolandosi e predicando un vangelo personalizzato. Per esempio, secondo gli Avventisti tutte le altre chiese cristiane hanno abolito il comandamento del sabato, celebrando il culto alla domenica, e quindi tranne loro tutti sono destinati all'inferno se non aboliscono la domenica come giorno del Signore. Ovviamente essi motivano queste loro accuse con alcuni versetti biblici, interpretandoli a modo proprio. Ecco, è questo il punto che sfugge a tutti i protestanti, classici e moderni: la Bibbia non può essere interpretata soggettivamente, perché la Verità non è affatto soggettiva.

Ma essendo divisi in compartimenti stagni, non comunicanti gli uni con gli altri, è difficile che qualcuno di loro si accorga delle differenze dottrinali con gli altri protestanti. Se qualcuno se ne accorge, fa finta di niente, o non  gli dà il giusto peso, tanto, basta credere in Gesù come nostro personale salvatore. Le loro attenzioni vengono rivolte solo verso la Chiesa cattolica, il nemico da sconfiggere! È fin troppo comodo affermare orgogliosamente che "Io capisco quello che c'è scritto nella Bibbia perché lo Spirito Santo mi guida. Dio ha nascosto la verità ai sapienti e l'ha rivelata agli umili". Ecco, ogni buon protestante usa frasi del genere per rifiutare l'autorità interpretativa dei padri e dei dottori della Chiesa.  

In questo contesto si assiste a scene nelle quali qualsiasi protestante, di qualsiasi grado di cultura, schernisce gli scritti di Ireneo, Agostino, Tommaso d'Aquino, e lo fa in maniera disinvolta, perché nell'interpretare la Bibbia si sente tanto umile da essere guidato direttamente da Dio, ma allo stesso tempo è abbastanza cieco da non accorgersi che troppi "umili" protestanti professano poi dottrine assai diverse tra loro. Disprezzano il cattolico ma eleggono un "fai-da-te" che inorgoglisce e dice: "Non ho bisogno di leggere gli scritti dei padri della Chiesa, mi basta la sola Bibbia", quindi i maestri di cui parla l'apostolo Paolo non servirebbero a nulla: "È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri" (Ef 4,11). 

Basterebbe leggere la storia delle eresie che hanno colpito il cristianesimo lungo i secoli, per rendersi conto che gli eretici basavano e basano sempre le loro tesi sulla Bibbia, spiegandola a modo loro. Difficilmente le persone andranno a spulciare intrecciate questioni dottrinali e teologiche. È più facile trovare un prete che abbia commesso qualche errore umano e sceglierlo come bersaglio, al fine di avvalorare le tesi anticattoliche e considerare la Chiesa cattolica nemica del cristianesimo e della verità, alleata con satana per sviare le anime e portarle all'inferno. Nemmeno l'arcangelo Michele ostentava una tale sicurezza nel bollare o  giudicare il diavolo, eppure si trattava del diavolo (Gd 1,9):  

 

L'arcangelo Michele quando, in contesa con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti condanni il Signore!

 

La verità è che l'accusatore per eccellenza è proprio Satana, i santi non accusano nessuno, non per rispetto, ma perché si rimettono al giudizio di Dio. Per un protestante invece è normale dire che i cattolici vanno all'inferno perché sono idolatri. Si ergono a giudici, credendo di conoscere i cuori, e fraintendono il concetto di adorazione. Qualsiasi cristiano si dovrebbe porre delle domande, a verifica di ciò in cui crede, e dovrebbe saper discernere se le proprie convinzioni in materia di fede sono solo frutto di autosuggestione, fantasie indotte, oppure se trovano conferma nella storia del cristianesimo e nella Bibbia.   

 

Argentino Quintavalle

 autore dei libri 

 

- Apocalisse commento esegetico 

- L'Apostolo Paolo e i giudaizzanti – Legge o Vangelo?

  • Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo nel mistero trinitario
  • Il discorso profetico di Gesù (Matteo 24-25)
  • Tutte le generazioni mi chiameranno beata
  • Cattolici e Protestanti a confronto – In difesa della fede

 

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126 Ultima modifica il Lunedì, 12 Agosto 2024 19:14
Argentino Quintavalle

Argentino Quintavalle è studioso biblico ed esperto in Protestantesimo e Giudaismo. Autore del libro “Apocalisse - commento esegetico” (disponibile su Amazon) e specializzato in catechesi per protestanti che desiderano tornare nella Chiesa Cattolica.

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«And therefore, it is rightly stated that he [st Francis of Assisi] is symbolized in the figure of the angel who rises from the east and bears within him the seal of the living God» (FS 1022)
«E perciò, si afferma, a buon diritto, che egli [s. Francesco d’Assisi] viene simboleggiato nella figura dell’angelo che sale dall’oriente e porta in sé il sigillo del Dio vivo» (FF 1022)
This is where the challenge for your life lies! It is here that you can manifest your faith, your hope and your love! [John Paul II at the Tala Leprosarium, Manila]
È qui la sfida per la vostra vita! È qui che potete manifestare la vostra fede, la vostra speranza e il vostro amore! [Giovanni Paolo II al Lebbrosario di Tala, Manila]
The more we do for others, the more we understand and can appropriate the words of Christ: “We are useless servants” (Lk 17:10). We recognize that we are not acting on the basis of any superiority or greater personal efficiency, but because the Lord has graciously enabled us to do so [Pope Benedict, Deus Caritas est n.35]
Quanto più uno s'adopera per gli altri, tanto più capirà e farà sua la parola di Cristo: « Siamo servi inutili » (Lc 17, 10). Egli riconosce infatti di agire non in base ad una superiorità o maggior efficienza personale, ma perché il Signore gliene fa dono [Papa Benedetto, Deus Caritas est n.35]
A mustard seed is tiny, yet Jesus says that faith this size, small but true and sincere, suffices to achieve what is humanly impossible, unthinkable (Pope Francis)
Il seme della senape è piccolissimo, però Gesù dice che basta avere una fede così, piccola, ma vera, sincera, per fare cose umanamente impossibili, impensabili (Papa Francesco)
Hypocrisy: indeed, while they display great piety they are exploiting the poor, imposing obligations that they themselves do not observe (Pope Benedict)
Ipocrisia: essi, infatti, mentre ostentano grande religiosità, sfruttano la povera gente imponendo obblighi che loro stessi non osservano (Papa Benedetto)
Each time we celebrate the dedication of a church, an essential truth is recalled: the physical temple made of brick and mortar is a sign of the living Church serving in history (Pope Francis)
Ogni volta che celebriamo la dedicazione di una chiesa, ci viene richiamata una verità essenziale: il tempio materiale fatto di mattoni è segno della Chiesa viva e operante nella storia (Papa Francesco)
As St. Ambrose put it: You are not making a gift of what is yours to the poor man, but you are giving him back what is his (Pope Paul VI, Populorum Progressio n.23)
Non è del tuo avere, afferma sant’Ambrogio, che tu fai dono al povero; tu non fai che rendergli ciò che gli appartiene (Papa Paolo VI, Populorum Progressio n.23)
Here is the entire Gospel! Here! The whole Gospel, all of Christianity, is here! But make sure that it is not sentiment, it is not being a “do-gooder”! (Pope Francis))
Qui c’è tutto il Vangelo! Qui! Qui c’è tutto il Vangelo, c’è tutto il Cristianesimo! Ma guardate che non è sentimento, non è “buonismo”! (Papa Francesco)
Christianity cannot be, cannot be exempt from the cross; the Christian life cannot even suppose itself without the strong and great weight of duty [Pope Paul VI]
Il Cristianesimo non può essere, non può essere esonerato dalla croce; la vita cristiana non può nemmeno supporsi senza il peso forte e grande del dovere [Papa Paolo VI]
The horizon of friendship to which Jesus introduces us is the whole of humanity [Pope Benedict]
L’orizzonte dell’amicizia in cui Gesù ci introduce è l’umanità intera [Papa Benedetto]

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don Giuseppe Nespeca

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