Gal 5,16-25
Galati 5:16 Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne;
"Camminate". La vita è un cammino, non siamo arrivati. L’uomo non è semplicemente ciò che è, ma ciò che diventa, e diventa secondo il fine che si propone, e se all’uomo gli si toglie il fine e il cammino, gli si toglie il senso della sua vita, cioè non sa cosa fare, non sa che senso ha la vita. Quindi è importante camminare e avere un fine verso cui camminare. Gesù Cristo si propone come pastore, e l’uomo, paragonato alla pecora, segue sempre qualcuno. L’uomo segue inevitabilmente qualcuno, cerca qualcosa fuori da sé; e il camminare è una disciplina, è una fatica, è un lasciare indietro delle cose, e andare verso altre - è un crescere.
"Camminate secondo lo Spirito" significa seguire la verità del vangelo, mettere in pratica la legge della Nuova Alleanza. Camminare secondo lo Spirito ha anche un altro significato. Vuol dire seguire la mozione dello Spirito Santo, lasciarsi condurre da Lui, da Lui farsi spingere nel compimento della volontà di Dio. Lui muove perché si obbedisca a Dio, perché ogni nostra azione sia compimento perfetto della volontà di Dio. C’è un camminare secondo lo Spirito e un camminare secondo la carne; se uno cammina secondo lo Spirito, non compie i "desideri della carne".
La ‘carne’ è l’uomo che cammina senza Dio, decide senza Dio, vuole essere senza Dio; opera senza Dio, si rapporta con se stesso e con gli altri senza Dio, nell'ignoranza totale di Lui. Senza Dio significa senza la volontà di Dio, senza la sapienza di Dio, senza la verità di Dio, senza il conforto del suo amore e della sua grazia. Poiché senza Dio l’uomo non può fare nulla di buono, egli cammina nella carne e segue le passioni e le concupiscenze della carne. Questa è la realtà dell’uomo che cammina senza lo Spirito.
Ecco due modelli antitetici di esistenza, quello secondo lo Spirito di Dio e quello che si basa sulla "carne", che nel linguaggio di san Paolo non indica il corpo fisico, ma l’uomo non-rigenerato, non-redento che vive secondo il principio del peccato.
Uno può soddisfare i suoi desideri attraverso il possesso: la carne mi dice quello che mi manca e lo prendo; il cibo mi manca, ho fame e lo prendo; le persone mi mancano e le prendo; Dio mi manca e lo prendo. Questo è il vivere la relazione secondo la carne, cioè viverla secondo l’egoismo del vecchio uomo, dove al centro ci sono io e i miei bisogni, e gli altri sono tutti in funzione dei miei bisogni. Vivere secondo lo Spirito, invece, è vivere me stesso, le cose e gli altri, come dono di Dio, quindi come relazione, che è tutta un’altra cosa, perché il dono di Dio è un dono, non un possesso.
Quale è stato l’errore del primo uomo, Adamo? Che ciò che gli era donato, invece di viverlo come dono - la sua somiglianza divina - l’ha rapito come possesso; e vivere nel possesso - delle cose, delle persone, di Dio - è esattamente il vivere secondo la carne, cioè mettere il proprio io, l’egoismo, come principio di vita.
L’uomo è essenzialmente mancanza, è bisogno: il problema è come soddisfa i suoi bisogni. Le stesse realtà possono essere vissute in due modi opposti. Non ci sono due realtà diverse, la realtà è una, e la stessa cosa la possiamo vivere in modo egoistico secondo i desideri della carne, o secondo lo Spirito. Chiaramente in noi si intreccia sempre il desiderio della carne e il desiderio dello Spirito, ma dobbiamo imparare a distinguerli, anche se spesso facciamo finta di non distinguerli.
Non si tratta di sottomettersi a una legge, ma allo Spirito, nella libertà in cui Cristo ci ha posti. Non si tratta di stabilire delle regole alle quali conformarsi nella propria condotta, ma, istruiti dalla parola di Dio, lasciare che Dio guidi la nostra vita, per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito non agisce automaticamente nel cuore di un credente, ma aspetta che il credente dipenda da lui.
È per lo Spirito di Dio che noi possiamo vincere le nostre passioni e le nostre concupiscenze. Chi vuole conquistare la perfetta libertà dalla sua carne sappia che deve vivere e camminare nello Spirito. Dove non c’è lo Spirito di Dio non c’è vita soprannaturale. C’è una vita animale, cioè la vita secondo la carne, dove non c’è verità ma concupiscenza, non c’è amore ma istinto, non c’è speranza ma immersione nell’immediato e in quell’attimo nel quale facciamo consistere tutta la nostra vita. Questa è la situazione di ogni uomo che è senza lo Spirito del Signore. Questa anche la situazione di quella Chiesa che ha pensato e pensa che non si abbia più bisogno dello Spirito Santo, perché tutto è diventato e deve diventare una questione tra uomini.
Se lo Spirito è necessario all’uomo per camminare secondo Dio e per non seguire la carne nei suoi desideri, è evidente che la Chiesa deve fare tutto il possibile per insegnare come si segue e si cammina secondo lo Spirito Santo. Ma anche il singolo fedele deve mettere ogni impegno a invocare lo Spirito Santo con la preghiera, impegnando tutte se stesso a crescere nella virtù.
Aggiungo una cosa: l’uomo diventa ciò che desidera, desidera ciò che prende in considerazione, e prende in considerazione ciò che si propone o gli viene proposto. Ora, tra le tante proposte che ci possono essere, e che ci sono di fatto nella vita quotidiana, che ci vengono dalla società e dai mass media, credo che sia necessaria, cioè indispensabile, la proposta di una parola che mostri il progetto di Dio: l’uomo diventa ciò che desidera, desidera ciò che prende in considerazione, prende in considerazione ciò che si propone o gli viene proposto; ecco, si proponga allora la parola di Dio: quella l'uomo considererà, quella desidererà e quella diventerà.
Argentino Quintavalle, autore dei libri
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