Giu 11, 2024 Scritto da 

11a Domenica T.O. (anno B)

(2Cor 5,6-10)

2Corinzi 5:6 Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore,

2Corinzi 5:7 camminiamo nella fede e non ancora in visione.

2Corinzi 5:8 Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo ed abitare presso il Signore.

 

L’uomo è stato creato per vivere in comunione con il Signore. Non si tratta di una comunione solo spirituale, bensì di una comunione di tutto l’uomo, del suo corpo e della sua anima. L’uomo era stato chiamato ad abitare presso Dio, nel suo giardino. A causa del peccato noi siamo come in esilio, siamo lontani dal Signore. Non spiritualmente parlando, poiché spiritualmente questo non può avvenire per un cristiano, essendo tempio dello Spirito Santo. Siamo lontani dal Signore con il corpo. La mente, lo spirito, il cuore, l’anima gustano Dio; lo sentono. I sensi  invece no. Essi sono lontani da Dio, perché non lo vedono, non lo sentono, non lo contemplano; non gustano la sua bellezza.

Questo esilio non è la vocazione dell’uomo; l’esilio è frutto del peccato e sua conseguenza. Questo esilio dovrà finire. La «fiducia» di Paolo nasce dal fatto che l’esilio è momentaneo, passeggero. Dio ci introdurrà nuovamente nella sua dimora eterna e staremo con lui per sempre.

La nostra condizione è che «camminiamo nella fede e non ancora in visione». Dobbiamo attendere la gloria del cielo per fede. L’uomo non deve vedere la gloria del cielo, deve invece credere che essa esiste e che è il suo sommo bene. Ma perché bisogna camminare nella fede e non nella visione? Perché se l’uomo camminasse nella visione non avrebbe relazione con Dio; farebbe una cosa perché la vede; la farebbe perché da se stesso la valuterebbe buona o non buona. Sarebbe lui il principio del discernimento, della verità, del bene e del male, del suo presente e del suo futuro. Dio sarebbe solo come punto di arrivo, come termine di tutto.

Invece Dio vuole essere principio; vuole essere posto all’inizio del cammino tramite una relazione di fede. Dio chiede all’uomo che si fidi di Lui. La relazione con Dio deve fondarsi su un rapporto di trascendenza, di accoglienza di Colui che viene a noi attraverso la Parola. Egli pone la sua Parola all’inizio del nostro cammino e con essa ci indica la via.

Poi Paolo ci dice qualche cosa di enorme. «Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo»: vuol dire morire! Sappiamo che finché abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore, e allora Paolo preferisce andare in esilio dal corpo ed essere presso il Signore, anziché vivere in esilio dal Signore ed abitare nel suo corpo.

Questo però non significa che lui consideri il corpo come un qualcosa di poco importante, o una cosa da cui ci possiamo liberare quando vogliamo. Anche l’uscita dell’anima dal corpo è un esilio, quindi una sofferenza, un allontanamento forzato, una costrizione. L’anima è fatta per abitare il corpo e il corpo è fatto per essere abitato dall’anima. Tant’è che si parla di anima incarnata e di corpo animato. Paolo può preferire di andare in esilio dal corpo perché anche questo è un esilio momentaneo, passeggero; si lascia il corpo per un tempo breve e intanto si vive nella gioia eterna del cielo insieme a Dio.

Mentre si gusta la gioia eterna, si attende il ritorno nel corpo, si attende la risurrezione. Se non ci fosse questa fiducia, Paolo, come ogni altro uomo, si sarebbe attaccato alla vita terrena e non l’avrebbe lasciata neanche per un istante.

Quando manca la fiducia nella Parola di Dio, si ha una visione assai triste della morte. O la si vive come un ritorno al nulla, e in questo caso vivere un giorno in più o un giorno in meno non ha valore per l’uomo, specie se questo giorno in più bisogna viverlo nella sofferenza e nel dolore. O la si vive con disperazione, come un qualcosa che viene a rapinarci il bene più caro - quindi si fa di tutto per restare anche un minuto in più su questa terra.

Da questa visione della morte nascono molti atteggiamenti sbagliati dell’uomo e molti peccati. Basti pensare  all’eutanasia.

La vita invece è  amore, dono, comunione, solidarietà, condivisione, servizio, disponibilità. Il valore della vita è questo. Ha valore quella vita che viene sacrificata all’amore; essa viene data a Dio perché ne faccia uno strumento di bene e di servizio al bene. In questa visione di fede c’è però un momento in cui bisogna sciogliere le vele e partire; si parte però nella fede e nella piena fiducia della risurrezione. Si parte nella verità che la morte è per noi un esilio, al quale il Signore porrà termine nell’ultimo giorno.

L’amore per il Signore, il desiderio di stare con lui dona conforto e sollievo in questo esilio; la speranza ce lo fa vivere secondo verità; la verità ce lo fa vivere nella speranza della risurrezione. 

 

 Argentino Quintavalle, autore dei libri 

- Apocalisse commento esegetico 

- L'Apostolo Paolo e i giudaizzanti – Legge o Vangelo?

  • Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo nel mistero trinitario
  • Il discorso profetico di Gesù (Matteo 24-25)
  • Tutte le generazioni mi chiameranno beata
  • Cattolici e Protestanti a confronto – In difesa della fede

 

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45 Ultima modifica il Martedì, 11 Giugno 2024 05:42
Argentino Quintavalle

Argentino Quintavalle è studioso biblico ed esperto in Protestantesimo e Giudaismo. Autore del libro “Apocalisse - commento esegetico” (disponibile su Amazon) e specializzato in catechesi per protestanti che desiderano tornare nella Chiesa Cattolica.

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Familiarity at the human level makes it difficult to go beyond this in order to be open to the divine dimension. That this son of a carpenter was the Son of God was hard for them to believe [Pope Benedict]
La familiarità sul piano umano rende difficile andare al di là e aprirsi alla dimensione divina. Che questo Figlio di un falegname sia Figlio di Dio è difficile crederlo per loro [Papa Benedetto]
Christ reveals his identity of Messiah, Israel's bridegroom, who came for the betrothal with his people. Those who recognize and welcome him are celebrating. However, he will have to be rejected and killed precisely by his own; at that moment, during his Passion and death, the hour of mourning and fasting will come (Pope Benedict)
Cristo rivela la sua identità di Messia, Sposo d'Israele, venuto per le nozze con il suo popolo. Quelli che lo riconoscono e lo accolgono con fede sono in festa. Egli però dovrà essere rifiutato e ucciso proprio dai suoi: in quel momento, durante la sua passione e la sua morte, verrà l'ora del lutto e del digiuno (Papa Benedetto)
Peter, Andrew, James and John are called while they are fishing, while Matthew, while he is collecting tithes. These are unimportant jobs, Chrysostom comments, "because there is nothing more despicable than the tax collector, and nothing more common than fishing" (In Matth. Hom.: PL 57, 363). Jesus' call, therefore, also reaches people of a low social class while they go about their ordinary work [Pope Benedict]
Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni sono chiamati mentre stanno pescando, Matteo appunto mentre riscuote il tributo. Si tratta di lavori di poco conto – commenta il Crisostomo -  “poiché non c'è nulla di più detestabile del gabelliere e nulla di più comune della pesca” (In Matth. Hom.: PL 57, 363). La chiamata di Gesù giunge dunque anche a persone di basso rango sociale, mentre attendono al loro lavoro ordinario [Papa Benedetto]
For the prodigious and instantaneous healing of the paralytic, the apostle St. Matthew is more sober than the other synoptics, St. Mark and St. Luke. These add broader details, including that of the opening of the roof in the environment where Jesus was, to lower the sick man with his lettuce, given the huge crowd that crowded at the entrance. Evident is the hope of the pitiful companions: they almost want to force Jesus to take care of the unexpected guest and to begin a dialogue with him (Pope Paul VI)
Per la prodigiosa ed istantanea guarigione del paralitico, l’apostolo San Matteo è più sobrio degli altri sinottici, San Marco e San Luca. Questi aggiungono più ampi particolari, tra cui quello dell’avvenuta apertura del tetto nell’ambiente ove si trovava Gesù, per calarvi l’infermo col suo lettuccio, data l’enorme folla che faceva ressa all’entrata. Evidente è la speranza dei pietosi accompagnatori: essi vogliono quasi obbligare Gesù ad occuparsi dell’inatteso ospite e ad iniziare un dialogo con lui (Papa Paolo VI)
The invitation given to Thomas is valid for us as well. We, where do we seek the Risen One? In some special event, in some spectacular or amazing religious manifestation, only in our emotions and feelings? [Pope Francis]
L’invito fatto a Tommaso è valido anche per noi. Noi, dove cerchiamo il Risorto? In qualche evento speciale, in qualche manifestazione religiosa spettacolare o eclatante, unicamente nelle nostre emozioni e sensazioni? [Papa Francesco]
His slumber causes us to wake up. Because to be disciples of Jesus, it is not enough to believe God is there, that he exists, but we must put ourselves out there with him; we must also raise our voice with him. Hear this: we must cry out to him. Prayer is often a cry: “Lord, save me!” (Pope Francis)

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