La festa delle Capanne era famosa per le luminarie in ricordo della nube luminosa che aveva guidato gli Ebrei nell’esodo.
Gesù, prendendo spunto da questa usanza, si proclama la vera Luce del mondo, quella che non tramonta.
Francesco, che aveva uno speciale riguardo per la luce, per ogni lampada che vedeva accesa (in quanto gli richiamava Cristo), nella vita dell’Ordine e della Chiesa verrà considerato punto di riferimento e luce per tutti, sulle orme di Gesù.
Era luce per la sua carità e sapienza; era luce perché non giudicava secondo la carne; era luce perché si faceva samaritano di ogni creatura.
C’è un passo nella Vita Prima del Celano che, splendidamente, dice:
«Quanto glorioso è questo Santo, di cui un discepolo contemplò l’anima ascendere in cielo. Bella come la luna, splendente come il sole, mentre ascendeva raggiava di gloria in mezzo ad una nube candida.
O vera luce del mondo, che rifulgi più del sole nella Chiesa di Cristo, già ci hai nascosto i tuoi raggi e, ritirandoti nella splendida patria celeste, hai scambiato la nostra compagnia di miseri mortali con quella degli angeli e dei beati!
O gloriosa bellezza di così insigne araldo, non deporre con la tua carne mortale la cura dei tuoi figli» (FF 514).
Nelle sue Ammonizioni, Francesco scrive:
«Il Padre abita una luce inaccessibile, e Dio è Spirito, e nessuno ha mai visto Dio. Perciò non può essere visto che nello spirito, poiché è lo Spirito che dà la vita; la carne non giova a nulla.
Ma anche il Figlio, in ciò per cui è uguale al Padre, non può essere visto da alcuno in maniera diversa dal Padre e in maniera diversa dallo Spirito Santo» (FF 141).
Nella Luce di Cristo il Poverello diventa lui stesso fiaccola per i fratelli. Accogliendo il paradigma di Gesù, viene trasformato in ‘Alter Christus’.
La giovane Chiara, quando ancora dimorava nel seno materno, fu annunziata a sua madre Ortolana da una voce che le disse (mentre pregava davanti al Crocifisso per essere salvata dai pericoli del parto):
«Non temere, donna, perché sana e salva darai al mondo una luce, che aggiungerà chiarore alla luce stessa» (FF 3156).
Da qui il nome di Chiara "sperando che si realizzasse in qualche modo in seguito la chiarezza di luce promessa" (FF 3156).
"Dunque Chiara, mentre era in vita, rifulgeva per la luce dei suoi meriti: e ora, che è inabissata nella chiarità senza fine, non di meno risplende tuttora, per la meravigliosa luce dei miracoli, fino alle estremità della terra" (FF 3262).
Seguendo Gesù, Francesco e Chiara sono divenuti luce nella Luce mai offuscata dall’egoismo umano e tutta protesa a rendere testimonianza alla Verità.
«Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nella tenebra, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12)
Lunedì 5a sett. Quaresima - anno C - (Gv 8,12-20)