Il Risorto, prima di ascendere al Padre, apparve agli Undici e agli altri discepoli, facendo le sue grandi consegne: essere testimoni di vita nuova, predicando il Vangelo a tutti i popoli.
Il Povero d’Assisi, sempre assorto nella contemplazione dei misteri di Cristo, aveva compreso che nel nome del Signore crocifisso e risorto sarebbero stati predicati a tutti gli uomini la conversione e il perdono dei peccati.
La sua mente aperta gli consentiva di scrutare e penetrare acutamente le Scritture, considerandole di somma importanza.
Infatti le Fonti illustrano:
"«Il predicatore - diceva - deve prima attingere nel segreto della preghiera ciò che poi riverserà nei discorsi.
Prima deve riscaldarsi interiormente, per non proferire all’esterno fredde parole».
È un ufficio, sottolineava, degno di riverenza, e tutti devono venerare quelli che lo esercitano:
Essi sono la vita del corpo, gli avversari dei demoni, essi sono la lampada del mondo […]
Una volta fece scrivere come norma generale:
«Dobbiamo onorare e venerare tutti i teologi e quanti ci dispensano la parola di Dio come quelli che ci somministrano spirito e vita»" (FF 747).
E ancora la Leggenda maggiore ammaestra:
"Cercava la salvezza delle anime con pietà appassionata, con zelo e fervida gelosia e, perciò, diceva che si sentiva riempire di profumi dolcissimi e, per così dire, cospargere di unguento prezioso, quando veniva a sapere che i suoi frati sparsi per il mondo, col profumo soave della loro santità, inducevano molti a tornare sulla retta via.
All’udire simili notizie esultava nello spirito e ricolmava di invidiabilissime benedizioni quei frati che, con la parola e con le opere, trascinavano i peccatori all’amore di Cristo" (FF 1138).
Il compimento delle Scritture su Gesù diventa per Francesco l’entrata del Kerigma nel suo cammino spirituale, con la conseguente trasformazione del Poverello in Servo della Parola annunciata con fede e testimoniata dalle opere.
La Pasqua del Signore crocifisso e risorto sfociava nella predicazione indefessa della salvezza a prezzo del suo sangue versato per tutti in remissione dei peccati del mondo intero.
Il Minimo fece sua la missione affidata da Cristo ai discepoli, sospinto dalla potenza dello Spirito, incontro al Regno di Dio.
«Così sta scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e che sarebbe stata predicata nel suo nome la conversione in remissione dei peccati a tutte le nazioni, cominciando da Gerusalemme» (Lc 24,46-47)
Giovedì dell’ottava di Pasqua (Lc 24,35-48)