Il sabato santo, giorno di silenziosa attesa, era per Francesco e Chiara occasione di speciale unità con Maria, la Madre di Gesù, che con Lui visse tutti i misteri della redenzione.
Al pari di Francesco, Chiara partecipò "in simbiosi" con Cristo alla sua Passione.
Nella contemplazione le fu dato di sperimentare il Mistero Pasquale dello Sposo, conoscendo la profondità del martirio di Lui.
Immobile e fuori di sé dal giovedì santo, arrivò al sabato santo con una indicibile ‘unità cristica’.
Leggiamo nelle Fonti passi preziosi al riguardo:
"Venendo poi la notte dopo il venerdì, la figlia devota accende una candela e con un cenno, non con le parole, ricorda alla Madre il comando di San Francesco.
Il Santo le aveva ordinato, infatti, di non lasciar passare giorno alcuno senza cibo.
E, mentre le stava in piedi davanti, Chiara, come ritornando da un altro luogo, proferì queste parole:
«Che bisogno c’è della candela? Non è forse giorno?».
«Madre - le risponde quella - il giorno è passato ed è ritornata un’altra notte».
E a lei Chiara:
«Sia benedetto questo sonno, carissima figlia; perché, dopo averlo tanto desiderato, mi è stato dato in dono.
Ma guardati dal raccontare di questo sonno a qualcuno, finché vivo in questo corpo»” (FF 3217).
Al momento del suo commiato, come “Altera-Maria” visse con il cuore sempre ai piedi della croce e nella fede, tra le lacrime delle figlie desolate.
E volgendosi alla sua anima disse:
«Va’, sicura - le dice - perché hai buona scorta, nel viaggio. Va’, perché Colui che t’ha creata, ti ha santificata e sempre guardandoti come una madre suo figlio, ti ha amata con tenero amore».
«E tu, Signore, - soggiunse - sii benedetto, che mi hai creata».
Interrogandola una delle sorelle a chi stesse parlando, rispose:
«Io parlo all’anima mia benedetta»*.
E ormai quella gloriosa scorta non era molto lontana.
Volgendosi infatti a una figlia, le domanda:
«Vedi tu il Re della gloria, che io vedo, o figlia?» (FF 3252).
Chiara era ormai vicina al passare da questo mondo al Padre, quando una sua figlia, su cui si posò lo Spirito del Signore, vide, con gli occhi del corpo, questa beatificante visione:
"Trafitta invero dal dardo di un profondo dolore, volge lo sguardo verso la porta della casa: ed ecco, entra una schiera di vergini in bianche vesti e tutte hanno ghirlande d’oro sul capo.
Si avanza tra loro una più splendente delle altre, dalla cui corona, che appare alla sommità come un turibolo traforato, s’irradia un tale splendore da mutare in luce del giorno l’oscurità della notte tra le pareti della casa.
Si avvicina al lettuccio, dove giace la Sposa del Figlio e, chinandosi su di lei con tenerissimo amore, le dona un dolcissimo abbraccio.
Le vergini distendono un pallio di meravigliosa bellezza e, tutte a gara servendo, rivestono il corpo di Chiara e ne adornano il talamo" (FF 3253).
La Vergine Maria, la Madre di Gesù, Colei che aveva vissuto con la Povera il sabato santo, era venuta a prenderla per condurla dal suo Figlio glorioso, crocifisso e Risorto.
Un albeggiare colmo di attesa, e gravido - nella potenza dello Spirito.
«Non abbiate paura, voi; so infatti che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui […]» (Mt 28,5-6a).
«Chi ci rotolerà via la pietra dalla porta del sepolcro?» (Mc 16,3).
«Il Figlio dell’uomo deve essere consegnato nelle mani di uomini peccatori ed essere crocifisso e il terzo giorno risorgere» (Lc 24,7).
* È la notte tra il venerdì e il sabato prima della morte di Chiara, cioè la notte tra l’8 e il 9 agosto 1253.
Sabato santo - Veglia Pasquale (Mt 28,1-10); (Mc 16,1-7); (Lc 24,1-12).