«Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine» (Gv 13,1).
La lavanda dei piedi fatta da Gesù ai suoi fu per Francesco scuola di vita. Comprese, infatti, sino in fondo il significato profondo di quel gesto, riproducendolo nel suo cammino.
Il Povero d’Assisi tutta la vita lavò i piedi ai suoi frati e al prossimo che incontrava, sempre pronto a servire e aiutare chiunque avesse bisogno.
Francesco non solo amò l’Eucaristia, ma lui stesso visse in modo eucaristico, facendo del suo corpo e del suo sangue pane per i fratelli e per la cura di loro.
Scorrendo le Fonti ci accorgiamo di quanta enfasi e sollecitudine eucaristica rivestì i suoi giorni.
Da quanto ardore e penetrazione evangelica è attraversata la sua nuda esistenza di frate, che sempre restituiva a Dio e ai fratelli quanto gratuitamente aveva ricevuto.
Anche gli ultimi giorni di Francesco enunciano con chiarezza il suo sguardo rivolto alla Cena del Signore.
Leggiamo nelle Fonti:
"Mentre i frati versavano amarissime lacrime e si lamentavano desolati, si fece portare del pane, lo benedisse, lo spezzò e ne diede da mangiare un pezzetto ciascuno.
Volle anche il libro dei Vangeli e chiese che gli leggessero il Vangelo secondo Giovanni, dal brano che inizia:
«Prima della festa di Pasqua», ecc.
Si ricordava in quel momento della santissima cena, che il Signore aveva celebrato con i suoi discepoli per l’ultima volta, e fece tutto questo appunto a veneranda memoria di quella cena e per mostrare quanta tenerezza di amore portasse ai frati" (FF 808).
Anche Chiara ebbe grande devozione per la Santa Cena del Signore, vivendo in unità con lo Sposo il mistero pasquale.
"Era giunto, una volta, il giorno della Cena santissima, nella quale il Signore amò i suoi fino alla fine.
Verso sera, avvicinandosi l’agonia di Cristo, Chiara si chiuse, triste ed afflitta, nel segreto della cella. E accompagnando in preghiera il Signore in preghiera, la sua anima triste fino alla morte si imbevve dell’angosciosa tristezza di Lui e la memoria, poco a poco, si compenetrò pienamente della cattura e di tutta la derisione: sì che cadde riversa sul giaciglio" (FF 3217).
E le Fonti registrano il suo intenso amore per l’Eucaristia dicendo:
"Quando poi stava per ricevere il Corpo del Signore, versava prima calde lacrime e, accostandosi quindi con tremore, temeva Colui che si nasconde nel Sacramento non meno che il Sovrano del cielo e della terra" (FF 3210).
Francesco e Chiara fecero dell’Eucaristia il luogo dell’apprendimento nell’arte di vivere.
Giovedì santo «Cena del Signore» (Gv 13,1-15)