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Dic 9, 2025 Scritto da 
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Contatto con la terra: devianze e Risalita

Incarnazione disinvolta, in tenuità e densità

(Mt 1,1-17)

 

Per giungere alla pienezza del Figlio, Dio non ha preteso superare le vicende concrete, viceversa le ha assunte e valorizzate.

Nella storia, l’Eterno riesce a dare ali spiegate non tanto alla forza e al genio, ma a tutte le povere origini, alla pochezza della nostra natura, la quale d’improvviso si tramuta in ricchezza totalmente imprevedibile. 

Se di continuo strappiamo il filo, il Signore lo riannoda - non per aggiustare e riprendere come prima, bensì per rifare un’intera trama nuova.

Proprio a partire dalle cadute.

Sono quei momenti terra-terra che costringono l'umanità a cambiare ‘direzione simbolo’ e non ripetersi, stagnando.

 

In seguito a schianti interiori e ripensamenti, quante persone hanno realizzato il proprio destino, deviando il percorso tracciato, quieto, protetto e confortevole [Cottolengo, madre Teresa, così via]!

Dal fango della palude spuntano fiori splendidi e puliti, che neppure somigliano a quelli cui nelle varie fasi della vita avevamo mai immaginato di poter giungere.

I ruzzoloni dei protagonisti della storia della salvezza non sono arrivati per debolezza. Erano segnali d’un cattivo o parziale utilizzo delle risorse; stimoli a modificare l’occhio, rivalutare il punto di vista e tante speranze.

Quei crolli hanno configurato nuove sfide: sono state interpretati come provocazioni forti: a spostare energie e cambiare binario.

Le Risalite conseguenti ai ribassi si sono tramutate in nuove opportunità. Invece, le soluzioni già pronte spengono i caratteri.

 

Anche la nostra crisi diventa seria solo quando i fallimenti non sfociano in nuove cognizioni e differenti percorsi.

Strano questo legame tra i nostri abissi e gli apici dello Spirito: è l’Incarnazione, nessuna teoria - tutta realtà.

Non esiste Dono che ci rassomiglia al top divino e che giunga a noi senza passare e coinvolgere la dimensione della finitudine.

I buchi nell’acqua trasmettono la cifra tutta umana di quel che siamo.  E proprio lì cogliamo il grande Segreto del Padre su di noi.

Sono le “discese” paradossali che spiritualizzano; attraverso un lavorio dell’anima che viene speronata dalle vicende, affinché sposti lo sguardo, cambi destino.

E si volga ad acquistare nuove consapevolezze, interiorizzi differenti valutazioni, veda e abbracci altri variegati orizzonti anche missionari.

In tal guisa, il crack che butta giù può essere più consistente di ogni progresso; non perché avvia un’ascesi: diventa contatto con la “terra” - dove troviamo la linfa che ci corrisponde davvero, per rigenerare.

Il calo o addirittura la rovina di uno status rassicurante ha in ogni accadimento una funzione propulsiva, rigenerativa, trasmutativa. 

Normale, in fondo, e in cui la storia di Dio si riconosce totalmente.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Quali sono stati i tuoi momenti di svolta?

Quale deviazione ti ha realizzato?

 

 

[Feria propria del 17 dicembre]

135 Ultima modifica il Mercoledì, 17 Dicembre 2025 12:01
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".