La liturgia di questo giorno pone attenzione, sia nel Vangelo di Giovanni che in quello di Luca, alla figura della Vergine Maria, compresa nel mistero di dolore salvifico che l’attraversa.
A Maria era stato preannunciata la spada lacerante che l’avrebbe trafitta e fatta ritrovare ai piedi della Croce, unita al Figlio suo nel Mistero Pasquale, a vantaggio di molti.
Francesco amò d’indicibile amore la Santa Vergine e ne contemplò i misteri continuamente.
Altresì fece Chiara, spronando le sue figlie a vivere, come Maria, le speranze e le sofferenze.
Leggiamo nelle Fonti quanto scrive alla sua figlia spirituale Ermentrude di Bruges:
«Alza i tuoi occhi al cielo, o carissima, poiché è un invito per noi, e prendi la croce e segui Cristo che ci precede. Poiché dopo molte e varie tribolazioni, è Lui che ci introdurrà nella sua gloria.
Ama con tutto il cuore Dio, e Gesù, suo Figlio Crocifisso per noi peccatori, e non cada mai dalla tua mente il ricordo di Lui.
MEDITA SENZA STANCARTI IL MISTERO DELLA CROCE E I DOLORI DELLA MADRE RITTA AI PIEDI DELLA CROCE […]» (FF 2915).
E ancora nella Regola di Chiara, a riguardo della povertà vissuta a tutti i livelli:
«Non vogliate mai, sorelle dilettissime, avere altro sotto il cielo, per amore del Signore nostro Gesù Cristo e della sua santissima Madre» (FF 2795).
E lo stesso Francesco “circondava di indicibile amore la Madre del Signore Gesù, per il fatto che aveva reso nostro fratello il Signore della Maestà e ci ha ottenuto la misericordia.
In lei […] dopo Cristo, riponeva la sua fiducia” (FF 1165).
La Santa Vergine era sempre nella sua memoria e contemplava ininterrottamente i dolori e i disagi sofferti da Lei durante il suo pellegrinaggio terreno.
«Ora, stavano presso la croce di Gesù sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Clèopa e Maria di Màgdala» (Gv 19,25)
B.V. Maria Addolorata (Gv 19,25-27)