«Ora, il primo giorno della settimana, Maria di Magdala viene al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vede la pietra tolta dal sepolcro» (Gv 20,1).
Il quarto Vangelo narra del sepolcro vuoto trovato dalla Maddalena che corre dai discepoli per attestare quanto ha veduto. Pietro e Giovanni corrono a constatare la Verità: Gesù non è in un luogo di morte.
Francesco e Chiara furono i discepoli della Resurrezione, poiché il loro tenore di vita quaggiù fu quello di umili e rigenerati figli del Risorto.
Anche dopo la loro morte gli astanti videro luci e miracoli che ne derivarono, testimoniando il Vangelo.
A riguardo della dipartita di Chiara, così si esprime la Leggenda:
"Il giorno successivo alla festa del beato Lorenzo, quella santissima anima esce dalla vita mortale, per essere premiata con l’alloro eterno; e, disfatto il tempio della carne, il suo spirito passa beatamente al cielo.
Benedetto quest’esodo dalla valle della miseria, che fu per lei ingresso nella vita beata!
Ormai, in cambio della penuria del cibo, si rallegra al convito dei cittadini del cielo; ormai in cambio dell'umile cenere, beata nel regno dei cieli, è resa splendente dalla stola della gloria eterna" (FF 3254).
Ancora le Fonti:
"Dunque Chiara, mentre era in vita, rifulgeva per la luce dei suoi meriti: e ora, che è inabissata nella chiarità senza fine, non di meno risplende tuttora, per la meravigliosa luce dei miracoli, fino all’estremità della terra" (FF 3262).
Infatti, come attesta la Bolla papale:
"Dopo la sua morte […] fu condotto al suo sepolcro un malato di mal caduco, che non poteva camminare da sé per la contrazione di una gamba: e, lì davanti, la sua gamba risuonò fragorosamente, ed egli fu guarito dall’una e dall’altra infermità" (FF 3309).
Corse al sepolcro… e incontrò la vita!
Chiara, entrata nella gloria, seminava con Cristo risurrezione.
E la stessa dipartita di Francesco sparse quella gioia che unicamente il Signore può dare.
"I frati e figli, che erano accorsi al transito del padre, insieme con tutta la popolazione, dedicarono quella notte, in cui l’almo confessore di Cristo era morto, alle divine lodi: quelle non sembravano esequie di defunti, ma veglie d’angeli.
Venuto il mattino, le folle, con rami d’albero e gran numero di fiaccole, tra inni e cantici scortarono il sacro corpo nella città di Assisi.
Passarono anche dalla chiesa di San Damiano, ove allora dimorava con le sue vergini quella nobile Chiara, che ora è gloriosa nei cieli.
Là sostarono un poco […] Giunsero finalmente, con grande giubilo, nella città e seppellirono con ogni riverenza quel prezioso tesoro, nella chiesa di San Giorgio, perché là, da fanciullino, egli aveva appreso le lettere e là, in seguito, aveva predicato per la prima volta. Là, dunque, giustamente trovò, alla fine, il primo luogo del suo riposo" (FF 1250).
E ancora:
"Il venerabile padre passò dal naufragio di questo mondo nell’anno 1226 dell’incarnazione del Signore, il 4 ottobre, la sera di un sabato, e fu sepolto la domenica successiva.
L’uomo beato, appena fu assunto a godere la luce del volto di Dio, incominciò a risplendere per grandi e numerosi miracoli" (FF 1251).
Ora che regnava con Cristo crocifisso e Risorto, a cui si era perfettamente conformato, lasciava tracce di Luce sulla terra, sulle orme di Lui.
Il sepolcro era vuoto! L’Energia e la Vita divina avevano prevalso. Alleluja!
Pasqua «Risurrezione del Signore» (Gv 20,1-9)