(Gv 18,1-19,42)
I nuclei dei Vangeli non si soffermano sull’orrore e sadismo dei tormenti, perché non sono stati redatti con lo scopo d’impressionare, bensì per introdurci nella comprensione dell’intensità sconfinata dell’Amore divino.
In Gv è assente ogni appiglio alla mistica del patire e dell’abbandono divino: l’evangelista vuole accompagnarci nel medesimo cammino del Figlio verso la Gloria del Padre.
Gesù padrone di se stesso non si lascia travolgere dagli eventi.
Si fa innanzi, è ancora in grado di tutelare i suoi e protagonista del colloquio con Pilato, figura del potere di questo mondo - che sembra l’imputato.
Neppure è finito dai soldati.
Egli è Vivo, malgrado i gendarmi posti a tutela del mondo antico che rimane ostile al Signore, allo scopo di perpetuarsi.
Il breve passo di Gv 19,25-27 è forse il vertice artistico del racconto della Passione.
Nel quarto Vangelo la Madre appare due volte, alle nozze di Cana e ai piedi della Croce - entrambi episodi presenti solo in Gv.
Sia a Cana che sotto la Croce, la Madre è figura del «Resto d’Israele», ossia del popolo autenticamente sensibile e fedele.
La ‘nazione-sposa’ del Primo Testamento è come in attesa della Rivelazione genuina: percepisce tutto il limite dell’idea antica di Dio, che ha ridotto la gioia della festa nuziale fra il Padre e i suoi figli.
Vita che trascorre come linfa essenziale e vitale nella Chiesa autentica raffigurata in Maria, adorante in ogni vicenda; ‘ritta’ (19,25) e ben presente a se stessa.
L’Israele vibrante di verità ha originato il Passaggio dalla religiosità alla Fede sponsale, dalla legge antica al Nuovo Testamento.
A cospetto della Croce viene generato un Regno alternativo.
Si formano padri e madri di un’umanità diversa, non belluina: che proclamano la Lieta Notizia di Dio stavolta in favore esclusivo di ogni uomo - in qualsiasi condizione si trovi.
A coloro che già volevano prescindere dall’insegnamento dei padri, Gesù propone di far camminare insieme passato e novità.
Il discepolo amato è icona dell’autentico figlio di Dio, Parola-evento diffusa, e Nuova Alleanza.
Il figlio stesso deve ricevere la Madre [la presenza e la cultura del popolo del Patto] a casa sua: nella Comunità nascente.
Così fioriscono nuovi rapporti famigliari: allora nasce la Chiesa.
«Ho sete»: cita il salmo 69 - «Mi hanno messo veleno nel cibo e quando avevo sete mi hanno dato aceto».
È la delusione e il senso di vuoto vertiginoso per un’umanità che ha ancora tanto bisogno di essere strappata dalla condizione selvatica...
E l’intenso desiderio di fare, di quell’abisso pre-umano, persone che tendano a recuperare in sé l’Oro divino.
Quindi Gesù effonde il suo Spirito senza ritardo alcuno (v.30).
E come dal fianco dell’uomo Dio ha tratto la donna, così dal lato del Figlio trafitto esce la ‘comunità-sposa’, messa in relazione con i due segni dei primi Sacramenti.
È nostra Linfa essenziale e vitale: perché immersi e assimilati in tali gesti famigliari, superiamo il disagio di sentirci come oggetti, cose.
Diventiamo Figli.
[Venerdì Santo, 18 aprile 2025]