Stampa questa pagina
Nov 21, 2025 Scritto da 
Commento breve

L’Oggi plurale di Dio nella storia, umanizzante

Attenti a non appesantire, Vegliate «pregando in ogni momento»

(Lc 21,34-36)

 

Il nuovo mondo piomba addosso in modo alternativo, e s’impone da un momento all’altro, senza preavvisi concatenati o troppo educati. 

Tale Vento impetuoso sembra stia sgretolando tutto, invece agisce per radunarci.

Oltre lo scoraggiamento, di fronte agli eventi-lampo sconvolgenti c’è il pericolo di perdita della coscienza critica, e la fuga (anche da noi stessi).

Viceversa, la donna e l’uomo di Fede scoprono la Venuta di Cristo fra la gente e i molti “congiunti” dell’anima, tutti autentici compagni di ‘viaggio’.

I credenti esercitano la percezione, si accorgono dei vagiti della vita nuova; non s’abbattono.

Non ricercano palliativi o idee cerebrali à la page, che ci disperdono le energie e confondono, o ancor più fanno abbassare la guardia.

D’altro canto, ecco il pericolo di adagiarsi in un tempo istituzionale - e lo spuntare di compensazioni oscure: soluzioni fasulle, che rendono insensibili; buone solo a distrarci.

E pure affannose (vv.34-35). Le evasioni o i mezzucci anestetizzano l’anima. Idoli-trappola [«laccio» del v.35].

Sono da tenere a distanza: non consentono di accorgersi del Signore che Viene.

La Preghiera si fa qui terapia, Presenza, Motivo e Motore; fonte e culmine. Medicina e Pane per il viaggio di coloro che desiderano rimanere svegli, avanzare, attivare futuro.

Assimilando il punto di vista sacro sui rivolgimenti del mondo, nell’orazione otterremo buona disposizione, sposteremo l’occhio verso orizzonti in cui non compare una sola forma e un solo colore.

Capiremo che la Provvidenza ha ragione, che lo Spirito lavora bene: ci sta avvicinando al progetto pieno del Padre.

Accostandoci in tal guisa anche al desiderio di vita dei fratelli, staremo «ritti in piedi» (v.36) ossia attenderemo e accoglieremo senza paura l’avvento del «Figlio dell’uomo».

Autentica Presenza di Dio - sviluppo vero e pieno del progetto divino sull’umanità.

Ci si aspettava che tale lato profondo fosse assoluto, performante, e selettivo. Da primo piano.

L’Incarnazione sorprende. Rivaluta perfino il nostro essere scheletrito e carente.

Lo trasforma in Perla preziosa, «fiuto senza cittadinanza, ma non meno efficace [che] non si lascia limitare dalle appartenenze» [Udienza, Roma 18.9.21].

Gli accadimenti - anche quelli opposti (e inseparabili) - parlano, in noi; sviluppano per energia interiore.

Sono scrigni di realtà coinvolgenti; contengono un segreto da stupore, una destinazione che sorprende.

Vigilanza e Preghiera ci preparano a questo inatteso Incontro, che è crescita e umanizzazione del popolo: il traboccare tranquillo, vero e pieno del progetto Eterno, trasferito a maglie larghe.

Ciò senza rassegnarsi… pur nel sommario del quotidiano - nonché per la visione e azione di profeti che non biasimano la propria finitudine. Anzi, la considerano terreno di svolta.

Quindi non dividiamo il panorama in modo isterico, tra emozioni belle e brutte: per il ‘nuovo’ di dove siamo e saremo, anche perigli o amarezze, soste o deviazioni, avranno avuto senso.

 

 

[Sabato 34.a sett. T.O.  29 novembre 2025]

26
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".