Perfezione: andare sino in fondo. E nuova Nascita
Gesù proclama che il nostro cuore non è fatto per orizzonti chiusi, ove si accentuano le incompatibilità.
Egli proibisce l’esclusione, e con essa i risentimenti, le difficoltà di comunicazione.
In noi c’è qualcosa in più di ogni sfaccettatura d’opportunismo, e dell’istinto del ribattere colpo su colpo... pareggiare i conti... persino chiudersi nel proprio gruppo esemplare.
In latino perfĭcĕre significa compiere, completare, condurre a perfezione, fare completamente.
Lo capiamo: qui è indispensabile introdurre altre energie; lasciar agire virtù misteriose... tra gli spazi più profondi che ci appartengono, e il mistero delle vicende.
Altrimenti assimileremmo un modello d’integrità esterno, che non sgorga dalla Fonte dell’essere e non ci corrisponde nell’essenza.
Dentro i paradigmi di perfezione l’Unicità prigioniera non saprebbe più dove andare.
Perfetti sembrano i diamanti - da cui però non nasce nulla: i ‘perfetti’ di Dio sono coloro che vanno ‘sino in fondo’.
Gesù non vuole che l’esistenza di Fede sia marcata dalla solita dura lotta estrinseca - fatta d’intime lacerazioni.
Le differenze ci sono, tuttavia Egli ordina di sovvertire le consuetudini della saggezza antica, delle divisioni interessate (accettabile o meno, amici o nemici, vicini o lontani, puro e impuro, sacro e profano).
Il Regno di Dio, ossia la comunità dei figli - questo germoglio di società alternativa - è radicalmente diversa perché parte dal Seme, non dalla gestualità esteriore; né usa edulcoranti, per celare lo scontro intimo.
Gli accadimenti rigenerano spontaneamente, fuori e persino dentro di noi; inutile forzare.
La crescita e destinazione permane e si farà magnifica, anche grazie alle beffe e costrizioni allestite in modo avverso.
Arrendersi, cedere, deporre l’armatura, farà spazio a nuove gioie.
Combattere gli “allergici” confonde l’anima: sono proprio gl’inciampi sul percorso previsto ad aprire e accendere lo spazio vitale - normalmente troppo stretto, soffocato dagli obblighi.
Sottile consapevolezza e Perfezione che distingue l’autentico uomo nuovo nello Spirito dall’imbonitore che ignora le cose del Padre e cerca scorciatoie affannose, passando sottobanco favori e “mazzette” onde sbrigare immediatamente la propria pratica con Dio e il prossimo.
Amare il nemico che ci [trae fuori e] fa Perfetti:
Se gli altri non sono come abbiamo sognato, è una fortuna: le porte sbattute in faccia e il loro pungolo stanno preparandoci ben altre gioie.
L’avventura della Fede estrema è per una Bellezza che ferisce e una Felicità anormale, prominente.
L’alternativa ‘vittoria-o-sconfitta’ è falsa: bisogna uscirne.
Qui, solo chi sa attendere trova la sua Via.
Per interiorizzare e vivere il messaggio:
Quale consapevolezza o fine ti proponi nel coinvolgere il tempo, la percezione, l’ascolto, la gentilezza? Apparire diverso dalla tua indole, per piacere agli altri? Farsi accettare? O essere perfettamente te stesso, e attendere gli sviluppi che si stanno preparando?
[Sabato 1.a sett. Quaresima, 15 marzo 2025]