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Nov 21, 2025 Scritto da 
Angolo dell'ottimista

Non disattenti

1. “Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina” (Lc 21, 28).

La parola Avvento, cara al cuore dei cristiani per la pregnante realtà che essa esprime in vista dell’attesa del Natale di Gesù, è anche annuncio di un ritorno del Signore: ritorno del Redentore alla fine dei tempi; ritorno continuo del Figlio di Dio e Salvatore nella nostra storia nei giorni che ci riguardano. Il Signore è già venuto, il Signore viene, il Signore verrà di nuovo, “con potere e gloria grande” (Lc 21, 27), e noi lo attendiamo pieni di speranza gioiosa, poiché confidiamo che egli “ci chiami accanto a sé nella gloria, a possedere il regno dei cieli”, come si esprime la preghiera della Colletta odierna.

2. Risuona fra noi quest’oggi la parola di Dio sul mistero dell’Avvento. Lo ascoltiamo confortati dall’esempio di fede e disponibilità al servizio di Giuseppe e di Maria, sorretti anche noi dal modello di umiltà e di dedizione del Cristo.

Dalla città di Gerusalemme desolata e sconvolta, il profeta Geremia assicura agli esuli di Babilonia il compimento delle promesse divine: il Messia redentore verrà, “eserciterà il giudizio e la giustizia . . . Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla” (Ger 33, 15-16). È una promessa di consolazione, che, però, non si attuerà senza prove. Alla fine del tempo la venuta del Signore sarà accompagnata da sconvolgimenti nei cieli e da angoscia di popoli in ansia sulla terra.

L’Evangelista, secondo lo stile e le formule delle descrizioni profetiche ed apocalittiche antiche, riassume nell’immagine della catastrofe il messaggio della necessaria purificazione e del giudizio sul mondo. Annuncia allo stesso tempo la vittoria di Dio su ogni forza del male, con l’apparire dei cieli nuovi e terre nuove. Lo sconvolgimento del cosmo e il turbamento dei cuori sono anzi ricordati come preludio all’apparire del Figlio dell’uomo.

“Alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”: la fiducia e la vigilanza sono le virtù richieste dall’Avvento. Vigilanza soprattutto nella preghiera, che ci fa degni di comparire davanti al Salvatore e Giudice di tutti, il quale vuole che siano “saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità” (1 Ts 3, 13).

3. Confermata la nostra fede nel Signore che viene, ribadita la certezza della sua perenne presenza nella storia e della sua venuta alla fine del tempo, eccoci pronti ad accogliere le parole dell’Apostolo che poc’anzi abbiamo ascoltato.

Paolo chiede al Signore di farci non solo crescere, ma abbondare nell’amore. Domanda che questo amore sia vicendevole, dentro la comunità e verso tutti, rivolto cioè ai credenti e ai non credenti.

Facciamo in modo, carissimi Fratelli e Sorelle, che i nostri cuori non si appesantiscano nelle dissipazioni, ubriachezze, affanni della vita (cf. Lc 21, 34)! L’Avvento del Cristo non ci trovi lontani dalla fede e disattenti al messaggio della sua parola! Non trionfino su di noi i nemici della nostra salvezza, perché solo chi spera in Dio non resterà deluso (cf. Ant. dell’Introito).

[Papa Giovanni Paolo II, omelia 1 dicembre 1991]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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