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Ott 4, 2025 Scritto da 
Angolo dell'avanguardista

Guarigione, Fede e gratitudine. Dieci lebbrosi: Tutti siamo peccatori.

Luca narra della guarigione di dieci lebbrosi e la gratitudine di uno di essi per la sanità riacquistata, riconoscendo Dio nel Signore Gesù.

San Francesco “il Minimo” riversava su tutti la Gratuità ricevuta da Cristo. 

Uomo dalla fede indomita, abbracciava i messi ai margini, andando oltre ogni giudizio o mentalità stereotipa.

Nelle Fonti è di straordinaria bellezza e speciale umanità l’episodio che lo rende custode degli emarginati.

Leggiamo: “Un giorno, mentre andava a cavallo per la pianura che si estende ai piedi di Assisi, si imbatté in un lebbroso. 

Quell’incontro inaspettato lo riempì di orrore. 

Ma, ripensando e riflettendo che, se voleva diventare cavaliere di Cristo, doveva prima di tutto vincere se stesso, scese da cavallo e corse ad abbracciare il lebbroso e, mentre questo stendeva la mano come per ricevere l’elemosina, gli porse del denaro e lo baciò.

Subito risalì a cavallo; ma, per quanto si volgesse a guardare da ogni parte e sebbene la campagna si stendesse libera tutt’intorno, non vide più in alcun modo quel lebbroso.

Perciò, colmo di meraviglia e gioia, incominciò a cantare devotamente le lodi del Signore” (Fonti 1034).

Da allora si rivestì dello spirito di povertà, di un intimo sentimento di umiltà e pietà profonda. 

Mentre prima aborriva non solo la compagnia dei lebbrosi, ma perfino il vederli da lontano, ora, a causa di Cristo crocifisso che, secondo le parole del profeta, ha assunto l’aspetto spregevole di un lebbroso, li serviva con umiltà e gentilezza […]

Visitava spesso le case dei lebbrosi; elargiva loro generosamente l’elemosina e con grande compassione e affetto baciava loro le mani e il volto” (Fonti 1036).

Nella Regola non bollata, indirizzo eminente per i suoi frati, leggiamo:

"E devono essere lieti quando vivono tra persone di poco conto e disprezzate, tra poveri e deboli, tra infermi e lebbrosi e tra mendicanti lungo la strada […]" (Fonti 30).

Siccome il coraggio autentico non conosce limiti di tempo, nella Vita prima del Celano, si legge quanto segue in relazione al suo ultimo periodo di vita:

"Perciò bramava ardentemente ritornare alle umili origini del suo itinerario di vita evangelica e, allietato di nuova esperienza per l’immensità dell’amore, progettava di ricondurre quel suo corpo stremato di forze alla primitiva obbedienza dello spirito […]

Diceva: «Cominciamo, fratelli, a servire il Signore Iddio, perché finora abbiamo fatto poco o nessun profitto! ».

[…] Voleva rimettersi al servizio dei lebbrosi ed essere vilipeso, come un tempo" (Fonti 500).

Francesco, da grande anima qual era, aveva compreso che in ogni lebbroso c’era la presenza superlativa di Cristo.

 

«Levandoti, va’; la tua Fede ti ha salvato» (Lc 17,19)

 

 

Domenica 28.a T.O. anno C  (Lc 17,11-19)

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Teresa Girolami

Teresa Girolami è laureata in Materie letterarie e Teologia. Ha pubblicato vari testi, fra cui: "Pellegrinaggio del cuore" (Ed. Piemme); "I Fiammiferi di Maria - La Madre di Dio in prosa e poesia"; "Tenerezza Scalza - Natura di donna"; co-autrice di "Dialogo e Solstizio".

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