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Dic 6, 2025 Scritto da 
Aforisma

Non abiti di lusso ma profeti di Dio

Nel Vangelo di questa domenica Gesù fa presenti agli astanti chi è Giovanni Battista e come nel Regno di Dio il più piccolo sia più grande di lui.

La Sacra Scrittura, poi, rivela come la Sapienza che viene dall’alto formi amici di Dio e profeti.

Francesco, il Povero d’Assisi, trasformato dalla potenza dello Spirito, dopo la sua conversione, riceve il dono della profezia e diventa, per Grazia, «un profeta […] e ben più di un profeta» (Lc 7,26).

La perfetta unità con Dio aveva trasferito in lui le caratteristiche proprie di vero inviato, come Giovanni Battista.

Al pari del Precursore, nel periodo temporale in cui visse e oltre, ha preparato la via al Signore, facendosi battistrada di un nuovo e autentico modo di vivere la Parola, annunciata con semplicità e audacia.

Anche per Francesco vale quel che Gesù disse di Giovanni:

«Che cosa siete usciti a contemplare nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? […] Un uomo vestito di morbide [vesti]?» (Mt 11,7-8).

Francesco, nel deserto di questo mondo, non era una creatura in abiti di lusso, ma l’Araldo del Gran Re che gridava a squarciagola lo squallore clericale e civile del suo tempo.

Dice il suo biografo abruzzese, il Celano:

“Nessuno deve meravigliarsi se questo profeta del nostro tempo si distingueva per tali privilegi: il suo intelletto, libero dalla nebbia densa delle cose terrene e non più soggetto alle lusinghe della carne, saliva leggero alle altezze celesti e si immergeva puro nella luce.

Irradiato in tal modo dallo splendore della luce eterna, attingeva dalla Parola increata ciò che riecheggiava nelle parole.

Oh quanto siamo diversi oggi, noi che avvolti dalle tenebre ignoriamo anche le cose necessarie!” (FF 640).

E le Fonti continuano:

“Nessuno fu tanto avido di oro, quanto lui di povertà, né alcuno più preoccupato di custodire un tesoro, quanto lui la gemma evangelica.

Il suo sguardo in questo si sentiva particolarmente offeso, se nei frati - o in casa o fuori - vedeva qualcosa di contrario alla povertà.

E in realtà, dall’inizio della sua vita religiosa sino alla morte, ebbe come sua ricchezza una tonaca sola, cingolo e calzoni: non ebbe altro.

Il suo aspetto povero indicava chiaramente dove accumulasse le sue ricchezze.

Per questo, lieto, sicuro, agile alla corsa, godeva di aver scambiato con un bene che valeva cento volte le ricchezze destinate a perire” (FF 641).

Il Santo aveva posto la sua dimora in Dio, abitando con la sua fraternità in una chiesa poverella, restaurata poi dai frati: S. Maria della Porziuncola.

E Chiara d’Assisi, nel suo Testamento ricorda:

"Il beatissimo padre nostro Francesco, seguendo le sue orme, scelse per sé e per i suoi frati questa Santa povertà del Figlio di Dio, né mai, finché visse, se ne allontanò in nessuna maniera, né con la parola né con la vita" (FF 2837).

 

 

Domenica 3.a di Avvento (anno A)  (Mt 11,2-11)

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Teresa Girolami

Teresa Girolami è laureata in Materie letterarie e Teologia. Ha pubblicato vari testi, fra cui: "Pellegrinaggio del cuore" (Ed. Piemme); "I Fiammiferi di Maria - La Madre di Dio in prosa e poesia"; "Tenerezza Scalza - Natura di donna"; co-autrice di "Dialogo e Solstizio".

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