Stampa questa pagina
Set 23, 2025 Scritto da 
Aforisma

Liberi per seguirLo

Il Vangelo di Luca in questi versetti del capitolo nove evidenzia le condizioni  necessarie per seguire Gesù e la vita nuda, povera e peregrina di Lui.

«Le volpi hanno tane e gli uccelli del cielo nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Lc 9,58).

Francesco, vero amante e imitatore di Lui, ne ricalcò le orme - vivendo in povertà e precarietà la sua vita di fede, poiché aveva chiaro che il seguirlo nella chiamata comportava abbandonare tutto il resto.

Le Fonti raccontano che il Minimo, nella Lettera a tutto L’Ordine, così si esprimeva:

«Frate Francesco, uomo di poco conto e fragile, vostro piccolo servo, augura salute in Colui che ci ha redento e ci ha lavati nel suo preziosissimo sangue.

Ascoltando il nome di Lui, adoratelo con timore e riverenza, proni verso terra: Signore Gesù Cristo, Figlio dell’Altissimo è il suo nome, che è benedetto nei secoli» (FF 215).

Il Poverello presentava sempre Gesù come Colui che non aveva dove sistemarsi; infatti il Figlio di Dio mostrava in ogni circostanza la dimensione precaria del suo vivere.

Innamorato della povertà, Francesco rivolgeva ai suoi frati l’espressione di Lc 9,58:

“[Così] ammaestrava i frati a costruire casupole poverelle […] ad abitare in esse non come case proprie, ma come in case altrui, da pellegrini e forestieri.

Diceva che il codice dei pellegrini è questo:

«Raccogliersi sotto il tetto altrui, sentir sete della patria, passar via in pace»” (FF1120).

E poiché ripeteva che figli di Dio sono coloro che compiono le sue opere, il Povero d’Assisi si distingueva quale figlio, e nello Spirito operava molte guarigioni.

"Gente di ogni età e d’ogni sesso correva a vedere e ad ascoltare quell’uomo nuovo, donato dal cielo al mondo.

Egli pellegrinava per le varie regioni, annunciando con fervore il Vangelo; e il Signore cooperava, confermando la Parola con i miracoli che l’accompagnavano.

Infatti, nel nome del Signore, Francesco, predicatore della verità, scacciava i demoni, risanava gli infermi, e, prodigio ancor più grande, con l’efficacia della sua parola inteneriva e muoveva a penitenza gli ostinati e, nello stesso tempo, ridonava la salute ai corpi e ai cuori" (FF 1212).

Chiara stessa, nelle Lettere alla Beata Agnese da Praga, riprende il tema della dimensione precaria di Cristo e quindi della sequela del discepolo.

«O povertà beata! A chi t’ama e t’abbraccia procuri ricchezze eterne…

O povertà pia! Te il Signore Gesù Cristo, in cui potere erano e sono il cielo e la terra, giacché bastò un cenno della sua parola e tutte le cose furono create, si degnò abbracciare a preferenza di ogni altra cosa. Disse egli, infatti:

Le volpi hanno le loro tane, gli uccelli del cielo i nidi, ma il Figlio dell’uomo, cioè Cristo, non ha dove posare il capo e quando lo reclinò sul suo petto, fu per rendere l’ultimo respiro» (FF 2864 - Lettera prima).

 

Nella Sequela radicale, i due cantori della povertà avevano acquisito la libertà di non essere condizionati da nulla se non da Cristo.

 

 

Mercoledì 26.a sett. T.O.  (Lc 9,57-62)

105 Ultima modifica il Martedì, 23 Settembre 2025 07:34
Teresa Girolami

Teresa Girolami è laureata in Materie letterarie e Teologia. Ha pubblicato vari testi, fra cui: "Pellegrinaggio del cuore" (Ed. Piemme); "I Fiammiferi di Maria - La Madre di Dio in prosa e poesia"; "Tenerezza Scalza - Natura di donna"; co-autrice di "Dialogo e Solstizio".

Email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.