Francesco, il Poverello d’Assisi, credeva profondamente nell’Amore Misericordioso e nella Pazienza di Cristo. Non sopportava i giudizi senz’appello sulle persone.
Retto sempre, e clemente con gli altri benché molto meno con se stesso.
Nelle Fonti non mancano passi al riguardo. Leggiamo:
«Oh quanto è degna di compassione la nostra stoltezza!
Non soltanto non rialziamo o sosteniamo i deboli, ma a volte li spingiamo a cadere.
Giudichiamo di nessuna importanza sottrarre al Sommo Pastore una pecorella, per la quale sulla Croce gettò un forte grido con lacrime.
Ma ben diversamente tu, Padre santo, preferivi emendare gli erranti e non perderli […]» (FF 763).
Gli stessi frati erano stati educati a tenere a freno la lingua:
“Erano giudici implacabili di se stessi, preoccupati di non nuocere l’un l’altro in nessuna maniera.
Se accadeva che a un fratello sfuggisse una parola capace di ferire, il rimorso di coscienza non gli lasciava aver pace, finché non confessava il suo sbaglio” (FF 1448-1449).
E ancora, Francesco “insisteva perché i fratelli non giudicassero nessuno, e non guardassero con disprezzo quelli che vivono nel lusso e vestono con ricercatezza esagerata e fasto.
Dio è il Signore nostro e loro, e ha il potere di chiamarli a sé e di renderli giusti” (FF 1469).
Custode degli emarginati, Francesco il Minimo, riversava su tutti la Gratuità ricevuta da Cristo.
Uomo dalla fede indomita, abbracciava pure gli emarginati, andando ben oltre ogni giudizio - o mentalità stereotipa.
Nella Regola bollata, rivolto ai suoi frati, diceva:
«Li ammonisco […] e li esorto a non disprezzare e a non giudicare gli uomini che vedono vestiti di abiti molli e colorati ed usare cibo e bevande delicate, ma piuttosto ciascuno giudichi e disprezzi se stesso» (FF 81).
E ancor più nelle sue Ammonizioni sosteneva di guardarsi bene da ogni giudizio sui sacerdoti.
«E guai a coloro che li disprezzano.
Quand’anche, infatti, siano peccatori, tuttavia nessuno li deve giudicare, poiché il Signore esplicitamente ha riservato solo a se stesso il diritto di giudicarli.
Invero, quanto più grande è il ministero che essi svolgono del santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, che proprio essi ricevono ed essi soli amministrano agli altri, tanto maggiore peccato commettono coloro che peccano contro di essi, che se peccassero contro tutti gli altri uomini di questo mondo» (FF176).
«Non giudicate, affinché non siate giudicati, perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati, e con la misura con cui misurate sarà misurato a voi» (Mt 7,1-2)
Lunedì della 12.a sett. T.O. (Mt 7,1-5)