Stampa questa pagina
Mag 4, 2025 Scritto da 
Aforisma

Pastore e Porta

Gesù nel capitolo dieci del Vangelo giovanneo si definisce la ‘Porta delle pecore’ entrando per la quale s’incontra la salvezza. Lui solo è il vero Pastore che ha cura di esse e le difende dai pericoli.

 

Un giorno Francesco, vicino al traguardo della sua chiamata, ricevette da un frate una domanda circa la figura che avrebbe guidato l’Ordine dopo di lui.

Il passo, tratto dalla vita seconda del Celano, recita così:

«Padre tu passerai da questa vita, e la famiglia che ti ha seguito rimane abbandonata in questa valle di lacrime. Indica uno, se conosci che esista nell’Ordine, che soddisfi il tuo spirito e al quale si possa addossare con tranquillità il peso di ministro generale».

Francesco, accompagnando le singole parole con sospiri, rispose:

«Non conosco alcuno capace di essere guida di un esercito così vario e pastore di un gregge tanto numeroso. Ma voglio dipingervi e, come si dice, modellare la figura, nella quale si veda chiaramente quale deve essere il padre di questa famiglia».

«Deve essere - proseguì - un uomo di vita quanto mai austera, di grande discrezione e lodevole fama […] si applichi con zelo alla preghiera e sappia distribuire determinate ore alla sua anima e altre al gregge, che gli è affidato […] Dopo l’orazione poi, si metta a disposizione dei religiosi, disposto a lasciarsi importunare da tutti, pronto a rispondere e a provvedere a tutti con affabilità […] Anche ammettendo che emerga per cultura, tuttavia ancor più nella sua condotta sia il ritratto della virtuosa semplicità e coltivi la virtù […]».

E continuò:

«Consoli gli afflitti, essendo l’ultimo rifugio per i tribolati, perché non avvenga che, non trovando presso di lui rimedi salutari, gli infermi si sentano sopraffatti dal morbo della disperazione. Umili se stesso, per piegare i protervi alla mitezza, e lasci cadere parte del suo diritto, per conquistare un’anima a Cristo. Quanto ai disertori dell’Ordine, come a pecorelle smarrite, non chiuda loro le viscere della sua misericordia, ben sapendo che sono violentissime le tentazioni, che possono spingere a tanto […] È suo compito soprattutto indagare nel segreto delle coscienze per estrarre la verità dalle vene più occulte, ma non presti orecchio a chi fa pettegolezzi […]» (FF 771-772).

Tutto questo indica il valore dell’essere "Porta" per Francesco tra i suoi frati, che amò con fermezza e tenerezza; con discrezione e comprensione, per amore di Cristo.

 

«Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; ed entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Gv 10,9)

 

 

Lunedì della 4.a sett. di Pasqua  (Gv 10,1-10)

112
Teresa Girolami

Teresa Girolami è laureata in Materie letterarie e Teologia. Ha pubblicato vari testi, fra cui: "Pellegrinaggio del cuore" (Ed. Piemme); "I Fiammiferi di Maria - La Madre di Dio in prosa e poesia"; "Tenerezza Scalza - Natura di donna"; co-autrice di "Dialogo e Solstizio".

Email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.