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Nov 19, 2025 Scritto da 
Commento breve

Pietra su pietra, a tinte fosche?

Istanze del mondo, idea di ‘perfezione’, senso del Cristo

(Lc 21,5-11)

 

Nel suo Discorso Apocalittico Lc vuol farci meditare sul senso della storia e su ‘ciò che permane’... ma quante condizioni avverse e opposizioni!

Quindi mira a sostenere la speranza della gente povera e sotto persecuzione delle sue comunità.

Certo, la Fede volge al Dio che guida la storia. Egli ne è Signore; però l’oggi rimane oscuro e incerto, così restiamo come braccati da istanze che non ci corrispondono - ma sopravanzano.

Anche alcuni credenti iniziavano a dubitare: Dio ha davvero il controllo dei fatti e del cosmo? È la stessa domanda che ci poniamo oggi: in mezzo a tante sciagure, dove andremo a finire?

Per non farsi confondere e plagiare, deve subentrare una migliore consapevolezza, un affinamento della percezione, onde discernere il senso dei “regni” che si avvicendano e passano.

La Chiesa autentica ha una nuova Visione, che appunto caldeggia questi terremoti e calamità, ossia gli sconquassi delle concatenazioni del mondo antico.

D’altro canto i sommovimenti non disintegrano la creazione: ne preparano una radicalmente nuova.

Bisogna resistere dentro e applicarsi - forse avendo più cura del carattere del tempo, degli amici inconsueti dell’anima, e trascurando l’idea ereditata [o imposta] di ‘perfezione’.

Tanti mondi costruiti dalla mente e dalle mani dell’uomo s’immaginavano perpetui, addirittura il Fine di tutto.

Invece continuano a crollare, trascinando via antiche espressioni, convinzioni, costumi, egemonie, visioni delle cose.

Ogni era porta con sé lo sgretolamento delle umane edificazioni e dei suoi imperi - fragili e inconsistenti, nonostante le apparenze contrarie (e il senso di permanenza con cui li interpretavamo).

 

Le funzioni della terra non hanno altra legge che quella di perire: sono minate alla base, destinate a evaporare.

In un attimo passano dal controllo allo sfaldamento e dal predominio all’insignificanza.

Basta un rovesciamento.

Viceversa, il Regno nuovo si presenta intimo e sottovoce: per questo non rimane scheggiato da eventi esterni.

Ad alcuni sconvolgimenti non bisogna tanto resistere, quanto stare con essi.

L’obbiettivo è ‘ri-nascere’ - come figli, ancora rigenerati, che percorrono un altro Eros fondante [cui abbandonarsi, altrimenti non potrà svolgere la sua alta funzione].

Esso si stabilisce nei cuori e li trasforma; li cementa, senza clamore: con una potenza grandissima, sovversiva, che fa scattare nuove forme - ma con virtù segreta.

Ha un altro passo, accogliente, e un diverso tempo.

Così non perdiamo alcuna parte di noi, anzi facciamo crescere tutti i lati della personalità e delle relazioni.

 

È la Fede plurale che accoglie gli opposti, a solidificare le pietre.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Come vivi gli sconvolgimenti?

Appalti la tua libertà o accendi le tue potenze segrete più sfolgoranti (anche opposte)?

 

 

[Martedì 34.a sett. T.O.  25 novembre 2025]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".