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Mag 15, 2025 Scritto da 
Angolo dell'ottimista

Dalla Comunione Trinitaria

Gli uomini, eletti eternamente dal Padre nel Figlio diletto, trovano in Cristo la Via per raggiungere il loro fine di figli adottivi. A Lui si uniscono diventando suo Corpo. Per Lui risalgono al Padre come un solo «insieme» con le cose della terra e del cielo.

Questo disegno divino trova la sua attuazione storica quando Gesù istituisce la Chiesa, che prima annunzia e poi fonda con il sacrificio del suo sangue e il mandato conferito agli Apostoli di pascere il suo gregge. È un fatto storico e nello stesso tempo un mistero di comunione in Cristo. Per la realizzazione di questa comunione degli uomini in Cristo eternamente voluta da Dio, ha un'importanza essenziale il comandamento che Gesù stesso definisce «il mio comandamento». Egli lo chiama «un comandamento nuovo»: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri». «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati».

Il comandamento di amare Dio sopra ogni cosa, e il prossimo come se stessi, ha le sue radici nell'Antico Testamento. Ma Gesù lo sintetizza, lo formula in parole scultoree, vi dà un significato nuovo, come segno dell'appartenenza a Lui da parte dei suoi seguaci. «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri». Cristo stesso è il vivo modello e costituisce la misura di quell'amore di cui parla nel suo comandamento: «Come io vi ho amato», egli dice. E anzi si presenta come la fonte di quell'amore, come «la vite», la quale fruttifica con questo amore nei suoi discepoli, che ne sono «i tralci»: «Io sono la vite voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla». Di qui l'esortazione: «Rimanete nel mio amore». La comunità dei discepoli, radicata in quell'amore con cui Cristo stesso li ha amati, è la Chiesa, Corpo di Cristo, unica vite di cui siamo i tralci. È la Chiesa-comunione, la Chiesa-comunità d'amore, la Chiesa-mistero d'amore. I membri di questa comunità amano Cristo e, in Lui, si amano reciprocamente. Ma si tratta di un amore che, derivando da quello con cui Gesù stesso li ha amati, si ricollega alla fonte dell'amore di Cristo Uomo-Dio, ossia la comunione trinitaria. Da essa attinge la sua intera natura, la sua qualifica soprannaturale, e ad essa tende come al proprio compimento definitivo.

[Papa Giovanni Paolo II, Udienza generale, 15 gennaio 1992]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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